Dopo l'esperienza del Covid-19, si è resa evidente l'importanza di un piano pandemico aggiornato e proattivo. Il precedente piano non era stato riveduto per anni, lasciando una lacuna nella preparazione per emergenze sanitarie. Il governo di centrodestra, volendo anticipare future criticità, ha elaborato il nuovo piano pandemico per il periodo 2024-2028, suscitando non poche reazioni e polemiche.
Il nuovo piano pandemico non si limita al Covid-19, ma considera un ampio spettro di potenziali pandemie respiratorie fino al 2028.
Cinque sono i principali obiettivi chiave:
Il documento di oltre 200 pagine incorpora le lezioni apprese dal Covid-19, migliorando le strategie esistenti e aggiungendo nuovi elementi. Si basa inoltre su conoscenze acquisite e linee guida internazionali, come quelle dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Di seguito, i punti salienti che sono stati perseguiti nel piano:
Il piano pandemico serve come una guida per prepararsi e rispondere efficacemente a future emergenze sanitarie. Estende la portata ai patogeni a trasmissione respiratoria e applica un approccio metodologico adattabile a diverse situazioni epidemiologiche.
Il piano riconosce inoltre il ruolo cruciale dei vaccini e l'importanza di coinvolgere attivamente la comunità nelle campagne di prevenzione e contenimento.
Una novità significativa è l'enfasi sul ruolo di ciascun individuo nella prevenzione e nel contenimento delle pandemie. Il piano incoraggia comportamenti responsabili come il lavaggio frequente delle mani e l'uso corretto delle mascherine.
Il piano pandemico aggiornato si pone dunque l’obiettivo di riflettere un impegno verso un approccio più integrato e flessibile. Considerando le esperienze passate e le evoluzioni globali, il piano stabilisce una base solida per affrontare sfide future, garantendo al contempo la protezione della salute pubblica e la continuità dei servizi essenziali. Tuttavia, molti aspetti chiave di questo piano realizzato dal governo di centrodestra, non sono poi così dissimili da quelli attuali dal governo Conte durante la piena insorgenza della pandemia di Covid-19. E questo non ha mancato di suscitare polemiche e reazioni contrastanti, soprattutto dai vertici del Movimento 5 Stelle e quindi dallo stesso Giuseppe Conte.
In Emilia-Romagna, il dibattito politico si accende attorno al nuovo piano pandemico 2024-2028 del governo Meloni. La Lega, con Matteo Montevecchi in prima linea, ha sollevato critiche sulla continuità tra il Ministro della Sanità Orazio Schillaci e il suo predecessore Roberto Speranza, richiedendone le dimissioni.
Montevecchi ha denunciato la bozza del nuovo piano pandemico bollandola come un ritorno alle "ricette fallimentari" già vissute durante il Covid. Montevecchi ha poi sostenuto che il documento ripropone misure quali chiusura delle scuole, didattica a distanza, coprifuoco e lockdown, mascherine e distanziamento sociale, già viste poco tempo fa con il governo Conte.
Secondo il consigliere leghista, tali misure sono state dimostrate inefficaci, etichettandole come "liberticide". Montevecchi ritiene che interventi come il distanziamento sociale e le mascherine non abbiano basi scientifiche concrete e che il lockdown non avesse senso logico ed epidemiologico.
Montevecchi ha quindi criticato il governo Meloni per non distanziarsi dalle "vecchie impostazioni" e per la mancanza di innovazione nel nuovo piano pandemico. L'accento è posto sull'assenza di menzione di cure domiciliari precoci e sulla "santificazione" dei vaccini senza una base scientifica definita.
Da parte sua, come anticipato, Giuseppe Conte ha attaccato Giorgia Meloni per l'apparente contraddizione nel piano pandemico, ricordando come durante la sua gestione del Covid, Meloni lo avesse criticato per le stesse misure ora incluse nel piano del suo governo.
Dopo le varie reazioni, sopraggiunte anche da Fratelli d’Italia, le cui reazioni hanno fatto eco a quelle della Lega, è molto probabile che il piano pandemico vada incontro a una revisione più o meno profonda, con interventi che andranno a modificare in modo netto alcune misure déjà-vu già viste nel periodo pandemico.