In ogni partita a scacchi che si rispetti uno dei due giocatori deve completare una mossa d’apertura, e allora il primo via libera all’Autonomia differenziata al Senato potrebbe aprire le porte a un 2024 che si giocherà sulle riforme costituzionali. Il tutto, su un tavolo intorno a cui siedono Fratelli d’Italia e Lega, con Forza Italia pronta a ricoprire il ruolo del terzo uomo.
Si tratta di una battaglia da sempre cara al partito guidato da Matteo Salvini, in particolare al Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, del quale non a caso il ddl porta il nome.
Lo si intende chiaramente dalle parole di Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama: Oggi è un giorno importante, ma solo il principio, assicura.
Se da una parte Romeo si gode una giornata di soddisfazioni, intanto dall’altra il vicesegretario Andrea Crippa deve continuare a lanciare messaggi al resto della coalizione.
In Sardegna abbiamo fatto un sacrificio noi, ora toccherà a qualcuno degli altri partiti, ammonisce sulle elezioni regionali, mentre sulle europee afferma senza timore: Una candidatura di Giorgia Meloni non può preoccuparci, Salvini farà campagna elettorale in ogni caso.
Le opposizioni definiscono quanto avvenuto in aula oggi al Senato come la prima parte di un baratto, che si concluderà eventualmente con la riforma del premieriato, targata Fratelli d’Italia.
Ne è convinto Francesco Boccia, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama: Il partito di Giorgia Meloni svende l’idea di unità nazionale.
Intanto, il centrosinistra punta il dito verso il progetto della Lega anche perché rischia di spaccare ulteriormente la penisola. Come si denota da questo siparietto tra De Luca (PD) e Gasparri (FI).
Ora il ddl dovrà passare alla Camera, dove si promette battaglia. Ma se la maggioranza farà bene i suoi calcoli, potrà veleggiare anche a Montecitorio.