Chi era Dino Grandi, il politico e diplomatico italiano passato alla storia per aver contribuito, in prima persona, alla destituzione di Benito Mussolini? L’uomo, classe 1895, ha ricoperto il ruolo di ministro degli Esteri, ministro di Grazia e giustizia e quello di ambasciatore a Londra del Regno d'Italia. È stato lui il 25 luglio del 1943 a presentare un ordine del giorno per far cadere il dittatore fascista dal Governo.
Nato in una famiglia benestante romagnola, da un papà amministratore di una tenuta e una mamma insegnante, si formò in diverse scuole e istituti In Emilia Romagna. Nel 1913 si diplomò e ottenne la maturità classica. Si iscrisse poi alla facoltà di Giurisprudenza presso l'università di Bologna.
Durante gli anni universitari iniziò ad avvicinarsi al mondo della politica. Lavorò per alcuni quotidiani locali ed entrò, sin da giovane, in contatto con diversi maestri e intellettuali dell'epoca. Ha dimostrato un grande interessamento nell'ambito della politica nazionale.
Visse la Prima guerra mondiale. Una volta a terminato il conflitto, ottenne una laurea in Economia politica. Dopo essere stato congedato dall'esercito iniziò la sua carriera di avvocato lavorando in un noto studio legale di Bologna. Aprì poi un proprio ufficio a Imola.
In quegli anni Grandi dimostrò grande delusione per gli esiti del dopoguerra. Pensava inoltre che la classe dirigente italiana non fosse capace di riprendersi e rinnovarsi. Lui decise poi di dimostrare il proprio impegno non solo tramite l'avvocatura e il giornalismo.
L’attività politica dell'uomo ebbe inizio quando si iscrisse al Fascio di combattimento di Bologna. Con il tempo iniziò a ricoprire ruoli sempre più importanti fino ad essere eletto alla Camera. La sua formazione avvenne al fianco di Benito Mussolini, del quale riconosceva la leadership.
Entrò a far parte del neonato Partito nazionale fascista. Tuttavia egli, il 28 ottobre 1922, non prese parte alla famosa marcia su Roma. Da un lato decise di tornare alla sua professione forense ma dall'altro, tra la metà degli anni ’20 e i 30, ricoprì diversi ruoli di governo.
Dino Grandi passò alla storia in quanto fu proprio lui a proporre un ordine del giorno durante la riunione del Grande consiglio del fascismo nel luglio del 1943. In questo documento si chiedeva la destituzione del dittatore fascista e, di conseguenza, si votava per la caduta del regime.
La sua proposta venne accettata e provocò la discesa di Mussolini, motivo per cui poi verrà condannato a morte in contumacia da un tribunale fascista, insieme ad altri personaggi politici.
L’ex si trasferì prima in Spagna e poi in Portogallo dove rimase fino al 1948, passando dei periodi tutt'altro che facili. Visse anche in America Latina, soprattutto in Brasile. Fece il rientro definitivo in Italia negli anni ’60.
Una volta rientrato in patria ha preso una casa a Bologna, nel centro cittadino. Morì qui poco prima di compiere 93 anni. Era il 1988. Oggi la sua tomba si trova nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna.
Il politico sposò Antonietta Brizzi, donna appartenente alla borghesia della provincia bolognese. Dal loro matrimonio nacquero due figli, Franco, deceduto nel 2004, e Simonetta.
A proposito della sua vita privata tuttavia non ci sono molte informazioni disponibili. Oggi noi lo conosciamo perché è stato il principale promotore della destituzione di Benito Mussolini.
Diversi sono i libri, i film e le fiction ispirate proprio da questo importante personaggio storico. Una tra le tante è la serie tv in onda sulla Rai La lunga notte, in cui l'attore Alessio Boni veste i panni dell'ex ministro.
Boni ha definito il personaggio "coraggioso" in una intervista rilasciata a Tag24.it.