02 Feb, 2024 - 13:42

Chi è Filippo Mosca e perché è detenuto in Romania: l’accusa, il reato e le condizioni in carcere

Chi è Filippo Mosca e perché è detenuto in Romania: l’accusa, il reato e le condizioni in carcere

Ha 29 anni, è di Caltanissetta e da fine aprile è detenuto in carcere in Romania Filippo Mosca. Stando a quanto denunciato dalla famiglia e dal legale del ragazzo, anche lui come Ilaria Salis vivrebbe in una cella in condizioni disumane, circondato da ratti ed escrementi ed insieme ad altre persone.

Chi è Filippo Mosca, il 29enne detenuto in Romania?

Filippo Mosca è attualmente detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania, il quale è già tristemente noto per le condizioni in cui si trovano a vivere i detenuti all'interno. Il suo nome è balzato agli onori della cronaca in questi giorni, proprio in concomitanza con la discussione che riguarda il caso Salis, l'anarchica milanese in carcere a Budapest.

Esattamente come Ilaria, Filippo, secondo quanto denunciato dal suo legale, l'avvocato Armida Decina, vive in una cella di 30 metri quadrati con 24 persone. Il giovane deve fare i conti con condizioni igienico sanitario scarsissime.

Le accuse e la condanna

Il 29enne siciliano è stato accusato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti in Romania. In seguito il giovane è stato condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi. Da diversi mesi si trova rinchiuso in carcere, lontano dal suo paese e dalla sua famiglia.

Tutto è iniziato ad aprile quando Mosca, assieme ad alcuni amici, aveva deciso di andare ad un festival di musica. Il Mamaia, che si svolge ogni anno all'inizio del mese di maggio presso il teatro estivo di costanza.

La vacanza che doveva essere un semplice svago si è trasformata poi in un incubo per lui e per la sua famiglia.

In che condizioni vive Filippo Mosca, detenuto in Romania?

Stando a ciò che ha riferito il suo legale, il 29enne in carcere è circondato da ratti ed escrementi. Il detenuto inoltre risulta essere stato aggredito da un'altra persona che si trova all'interno dello stesso carcere, motivo per il quale l'avvocato e la famiglia del giovane sono in attesa che lui venga trasferito.

Prima ancora, ha denunciato l'avvocato Decina, Filippo viveva in una cella senza neanche il materasso. Inoltre non avrebbe a disposizione acqua calda nè la possibilità di consumare un pasto caldo.

Sempre il legale ha fatto sapere che il giovane può farsi la doccia solamente una volta a settimana. Insomma, il 29enne, attualmente rinchiuso nel carcere romeno, secondo quanto riferito dalla famiglia, sta vivendo in prigione in aperta violazione di diverse leggi europee che dovrebbero garantire dignità e rispetto ai detenuti.

L'allarme della madre: Mio figlio vuole farla finita

A denunciare la situazione in cui vive il ragazzo è stata anche la mamma, la signora Ornella. Come riporta Tgcom24, lei e l'avvocato si sono già mossi perché chiedere che al ragazzo vengano dati i domiciliari in modo tale da lasciare tale prigione romena.

Purtroppo però, ha spiegato la donna, non hanno nessuna garanzia che la loro richiesta venga accolta. La famiglia e il legale del ragazzo sono estremamente preoccupati per la sua salute fisica e mentale.

La madre di Filippo ha inoltre lanciato l'allarme.

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Mio figlio è stanco dopo 9 mesi in una struttura non dignitosa, in condizioni vergognose al di sotto degli standard europei. Filippo è depresso e ha espresso la voglia di farla finita.

Queste le sue parole. La donna ha ribadito che il figlio sta vivendo in delle condizioni igieniche terribili. Secondo le accuse, nella prigione di Porta Alba di Costanza, in Romania, diversi diritti europei sembrano essere apertamente violati.

La signora Ornella ha lanciato dunque un appello alle istituzioni e alle autorità affinché si diano da fare per risolvere questa terribile situazione in cui si trova il giovane ragazzo siciliano.

La vicenda di Ilaria Salis (che ha scritto anche un memoriale) ha riacceso i riflettori su un tema molto importante: quello del modo in cui i detenuti vengono trattati in determinati prigioni europee (e non solo).

La speranza del legale e della mamma di Mosca è che il governo si occupi anche di questo caso, cercando di risolverlo il prima possibile.

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Giorgia Belfiore
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