Milleproroghe, incontri terminati, adesso il voto degli emendamenti in Commissione, poi la prossima settimana il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula a Montecitorio.
Sono terminati nel primo pomeriggio di oggi – 6 febbraio – gli incontri tra il Governo e le opposizioni sul decreto con cui il Governo dispone il rinvio di determinate scadenze o l'entrata in vigore di norme. A partire da domani, e fino a venerdì, le Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio della Camera procederanno con il voto degli emendamenti, dopodichè daranno il mandato al relatore per l'avvio della discussione in Aula. Non si esclude che l'analisi degli emendamenti possa richiedere più tempo e protrarsi anche nelle giornate di lunedì e martedì, facendo slittare anche l'approdo del testo in Aula.
A causare il possibile ritardo e lo slittamento dei tempi, lo studio di un provvedimento dell'ultim'ora, ovvero, quello relativo all'esenzione dell'Irpef sui terreni agricoli che si starebbe pensando di prolungare fino al 2024 per i redditi più bassi, andando così incontro alle richieste degli agricoltori italiani che da settimane stanno protestando portando i loro trattori fino a Roma per chiedere tra le altre cose anche il prolungamento dell'esenzione dal pagamento dell'imposta sui terreni agricoli.
Come ogni anno sono stati diversi gli emendamenti presentati e segnalati, e se in queste ore l'attenzione è concentrata soprattutto sull'intervento a favore degli agricoltori, all'interno del decreto è stata inserito anche un intervento sul fondo per i disturbi alimentari, che è stato richiesto da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. Si va poi verso un ulteriore rinvio di sei mesi delle sanzioni previste per chi violava le normative anti-Covid. Ha ricevuto parere positivo del governo anche all’emendamento di Forza Italia sul rifinanziamento per un milione di euro all’istituto Ebri (European Brain Research Institute) fondato da Rita Levi Montalcini.
Tutte le misure che saranno prorogate con il decreto Milleproroghe avranno validità fino e non oltre il 31 dicembre del 2024.