Perché Sanremo è Sanremo, cita la nota sigla del festival cantata da Rudy Neri dei Prefisso. Ma l'attuale kermesse non piace proprio a tutti, e tra questi c'è Gino Paoli. Il celebre cantautore genovese, intervistato dagli stand-upper Stefano Rapone e Daniele Tinti al Tintoria Podcast, non ha apprezzato le scelte musicali degli ultimi anni da parte della manifestazione.
Il cantante, reduce dal suo ultimo libro "Cosa farò da grande", ha inizialmente raccontato ai presentatori aneddoti tratti dalla sua longeva carriera, alcuni a sfondo goliardico, altri più profondi.
Tra i ricordi menzionati e degni di nota: la grande amicizia con Paolo Villaggio, Luigi Tenco e Lucio Dalla, le gag con protagonisti i suoi animali domestici (un gatto, un cane e un pappagallo) e la bocciatura della nuova "vision" di Sanremo, a detta dell'artista ormai lontano dall'essere il "festival della canzone italiana"
"Sanremo era la chance della vita. C'era gente che andava al festival e diceva "Se non vinco m'ammazzo" racconta Paoli, e prosegue: "I brani all'epoca scelti da un editore, non da uno che fa il tabaccaio. Avevano dei filtri talmente importanti che la canzone di merd* non arrivava a Sanremo. Adesso invece arrivano soltanto quelle".
Il cantante è in attività dal 1959, ha pubblicato nel corso gli anni ben 34 album e numerose hit, tra le più amate Il Cielo in una stanza, Sapore di Sale e La Gatta. Gino Paoli è associato alla scuola genovese, movimento musicale e artistico sviluppatosi nel '60 a Genova e comprendente Fabrizio De André, Luigi Tenco, Bruno Lauzi e Umberto Bindi.
Nel 2010, Mike Patton, iconico cantante dei Faith No More, Mr. Bungle e Fantomas ha omaggiato l'artista con due cover il "Cielo in una stanza" e "Senza Fine" presenti nel suo album/tributo alla musica italiana intitolato Mondo Cane.
Presenti anche rielaborazioni di brani di Fred Buscaglione (Che notte!), Tenco (Quello che conta) e Ti offro da bere di Gianni Morandi.