La politica italiana ha trovato nel caso di Ilaria Salis, la maestra detenuta in Ungheria, un nuovo motivo di scontro, con Andrea Orlando del Partito democratico che va alla carica del governo. L'esponente del Pd dice chiaro e tondo che l'immobilismo dell'esecutivo è dovuto ai suoi rapporti 'privilegiati' con il governo ungherese, presieduto da Viktor Orban.
Andrea Orlando si schiera apertamente dalla parte di Roberto Salis, padre di Ilaria, la maestra detenuta da mesi in Ungheria in condizioni a dir poco indegne. Il genitore aveva denunciato l'assenza di un sostegno da parte del governo Meloni, dicendo di esser stati "completamente lasciati soli".
A poco servono le giustificazioni e le ragioni portate da esponenti della maggioranza, come il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, che ha portato i casi analoghi di Patrick Zaki e Alessia Piperno come esempi dell'operato del governo in situazioni analoghe.
Intervistato nel programma di La7 'Tagadà', Orlando dichiara che, a differenza di altre volte, in questa vicenda c'è un chiaro conflitto di interessi che provoca un certo "imbarazzo politico" dell'esecutivo, a causa dei legami con il premier ungherese Orban.
In quanto ex ministro della Giustizia, l'esponente dem chiama poi direttamente in causa l'attuale Guardasigilli Carlo Nordio, che recentemente aveva negato la possibilità di un proprio intervento diretto, giudicato inappropriato, se non in merito alle condizioni carcerarie della Salis.
Anche il comportamento di Nordio, per Orlando, è dovuto a un atteggiamento non corretto verso l'imputata, più che a semplice "bon ton" istituzionale.
Orlando chiude il suo intervento invitando Nordio a intervenire più attivamente sul caso, sebbene ritenga che questa volontà non ci sia da parte del ministro.