In Regione Lombardia è stata approvata all'unanimità una mozione molto importante che mira a garantire il diritto di voto ai cittadini fuori sede. Questa iniziativa, promossa dal Partito Democratico e sostenuta da tutte le forze politiche in consiglio regionale, rappresenta un chiaro segnale verso il Governo e il Parlamento Italiano sull'importanza di rendere effettivo questo diritto fondamentale e preferibilmente estenderlo anche a livello nazionale. Ecco cosa cambia in Lombardia per quanto riguarda il voto dei fuorisede.
La proposta, introdotta dal consigliere Paolo Romano, è il risultato di un impegno condiviso per superare le barriere che oggi impediscono a milioni di studenti, lavoratori e cittadini, temporaneamente lontani dal proprio comune di residenza, di partecipare alle votazioni. L'obiettivo è chiaro: sollecitare l'adozione di una legge nazionale che consenta il voto fuori sede, superando l'attuale stallo legislativo che da mesi vede giacere in Parlamento una proposta in tal senso.
Il voto unanime del Consiglio regionale lombardo ha dunque posto le basi per un cambiamento radicale nella pratica elettorale italiana. Le elezioni europee di giugno 2024 sono state indicate come primo appuntamento elettorale in cui attuare questa importante novità. Con quasi 5 milioni di cittadini coinvolti, la questione del voto fuori sede assume una rilevanza nazionale, evidenziando la necessità di adeguare il sistema elettorale italiano agli standard europei, dove la maggior parte dei Paesi ha già adottato soluzioni per facilitare il voto a distanza.
La soluzione proposta è il "voto anticipato presidiato", un meccanismo che offrirebbe maggiori garanzie in termini di segretezza, personalità e libertà del voto rispetto al tradizionale voto per corrispondenza. Questo sistema permetterebbe ai cittadini temporaneamente lontani dal proprio comune di residenza di votare per i candidati o le liste presentati nella propria area di residenza, mantenendo così intatto il legame con il territorio di appartenenza.
La procedura per esercitare il voto fuori sede sarebbe accessibile e inclusiva. Gli elettori interessati dovrebbero presentare una domanda online, tramite SPID, allegando la documentazione necessaria a comprovare il proprio status (di studente, lavoratore o persona in cura). Il Comune di residenza avrebbe il compito di trasmettere le domande al Comune di domicilio temporaneo, che a sua volta invierebbe all'elettore un plico contenente tutte le informazioni necessarie per votare presso una sezione elettorale presidiata.
Le dichiarazioni di Paolo Romano (Un voto storico che lancia un segnale forte al governo) e di altri esponenti politici regionali, come Samuele Astuti e Nicola Di Marco, hanno messo in evidenza la forte volontà di superare l'ostruzionismo e di procedere spediti verso l'approvazione della legge. Queste le parole di Astuti:
L’invito al Senato è quello di legiferare immediatamente e al governo quello di emanare subito i decreti attuativi.
La critica verso l'inerzia del Governo e l'appello a un'azione immediata riflettono una urgenza non di certo nuova visto che se ne parla da diverso tempo, che consiste nel rispondere alle esigenze di una società che richiede maggiore flessibilità e inclusione nei processi democratici.
L'annuncio di un presidio bipartisan, organizzato dal Comitato "Voto dove Vivo" e dai Giovani Democratici sotto la prefettura di Milano, è un ulteriore passo verso la sensibilizzazione pubblica su questa tematica. L'evento si propone come un momento di condivisione aperto a tutte le forze politiche e alla cittadinanza, per ribadire la centralità del diritto di voto e l'importanza di un suo pieno esercizio.
Queste le parole di Thomas Osborn (Comitato Voto Dove Vivo):