È morto a 76 anni Alberto Mandolesi, uno dei simboli del tifo giallorosso e storica voce delle radiocronache delle partite della A.S. Roma. La vita, la carriera e la causa della morte di un giornalista che ha cambiato per sempre il modo di raccontare il calcio nella Capitale.
Chi lo conosceva, ne ricorda la profonda gentilezza, la pacatezza e lo stile 'd'altri tempi'. Chi lo ha vissuto 'solo' per la sua carriera legata a doppio filo con la storia della A.S. Roma degli ultimi cinquant'anni o quasi, lo celebra con affetto per aver raccontato quasi mezzo secolo di quella che, per molti, più che una passione è una vera e propria religione.
Alberto Mandolesi è morto a causa di un tumore che non gli ha dato scampo, tornato più aggressivo dopo esser stato sconfitto una prima volta.
La notizia dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute era circolata tra i tifosi giallorossi che, durante il match di ieri all'Olimpico contro l'Inter, hanno esposto uno striscione di incoraggiamento che recitava:
Purtroppo, non è bastato e anche la società giallorossa ha voluto esprimere il suo cordoglio per la scomparsa del giornalista.
Voce di indimenticabili emozioni giallorosse, sarai sempre nei nostri cuori ?❤️
— AS Roma (@OfficialASRoma) February 11, 2024
L'#ASRoma si unisce al cordoglio per la scomparsa della storica voce giallorossa Alberto Mandolesi e si stringe al dolore dei suoi familiari. pic.twitter.com/JzNyGuyATU
Mandolesi era nato a Roma il 29 settembre 1947 e ha affiancato il suo nome a quello della squadra giallorossa a partire dalla metà degli anni Settanta.
Era un'epoca diversa, quella, con un giornalismo sportivo meno 'urlato' e sensazionalistico, di cui Mandolesi era un perfetto interprete, con il suo sguardo romantico e, al tempo stesso, lucidissimo sulle sorti sportive della squadra giallorossa.
Ma la pacatezza non doveva essere confusa con assenza di passione che, invece, esplodeva letteralmente nelle radiocronache con cui raccontò le sfide della squadra della Capitale. A cominciare dalle vittorie trascinanti della compagine allenata da Niels Liedholm.
Alberto Mandolesi fu artefice, infatti, di una vera e propria rivoluzione nel modo di raccontare le partite di calcio in Italia. Al tono compassato ed essenziale dello storico contenitore Rai 'Tutto il calcio minuto per minuto' e di voci celebri come quella di Nando Martellini, lui sostituì l'esuberanza dei commentatori brasiliani, fatta di acuti trascinanti e 'raffiche' di parole per celebrare il gesto tecnico di questo o quel campione.
E, a proposito di campioni, uno dei ricordi indelebili che legheranno per sempre i tifosi della Roma alla voce di Mandolesi, sarà senza dubbio quello dell'esordio di Francesco Totti con la maglia giallorossa.
Era il 28 marzo del 1993 e la squadra, all'epoca allenata da Vujadin Boškov, batteva fuori casa il Brescia grazie alle reti di Caniggia e Mihajlović. Sul finire della gara, il tecnico serbo richiamava in panchina Ruggiero Rizzitelli e concedeva al futuro 'Ottavo Re di Roma' i primi minuti di una carriera in giallorosso destinata a durare anni.
Ed è con questo momento in cui due leggende, simbolicamente, si incontrano, che ricordiamo Alberto Mandolesi, tifoso e narratore di calcio come, purtroppo, ce ne sono sempre meno.