Segnali positivi sul fronte dell'inflazione ma sul taglio dei tassi è necessario evitare "decisioni affrettate": lo dice la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, in audizione oggi, 15 febbraio 2024, alla 'Commissione Econ' del Parlamento europeo
Ottimismo e prudenza.
L'audizione di Christine Lagarde alla Commissione Affari economici del Parlamento europeo continua a muoversi lungo i due assi che hanno caratterizzato il suo approccio degli ultimi mesi, segnato dal rigore per riportare l'inflazione all'obiettivo del 2%.
Un obiettivo che, stando alle parole della presidente della Bce, sembra essere sempre più alla portata, con il processo di disinflazione che prosegue e proseguirà in questo 2024.
Nonostante i segnali positivi, il taglio dei tassi d'interesse resta un tema che la Lagarde preferisce affrontare con cautela. Se, alla fine di gennaio, era "prematuro parlarne", oggi la presidente apre uno spiraglio di discussione, sebbene dica chiaramente che non esiste una data in cui si potrà ragionare concretamente sui tagli.
Insomma, come ha spiegato la Lagarde ai giornalisti, "non siamo ancora arrivati ma stiamo sicuramente andando in quella direzione".
Nell'ottica del contrasto all'inflazione, un ruolo importante lo giocano, ovviamente, i salari, forma di 'compensazione' dall'inflazione per i lavoratori dipendenti, la cui crescita nell'area Euro prosegue.
Bel suo intervento, la presidente della Bce si permette una digressione storica, tra passato, presente e futuro dell'Euro, che quest'anno celebra il suo 25mo compleanno.
La Lagarde parla di "successo" nel guardare al passato della moneta unica, "ma - ricorda - il nostro lavoro non è finito", sostenendo la necessità che l'Euro sia più forte, in vista delle nuove sfide del panorama internazionale.
Dal passato al futuro, con l'Euro che, nato il 1 gennaio 1999 come moneta 'virtuale', per scopi contabili e pagamenti elettronici, vede ora la necessità di un rafforzamento della sua dimensione digitale, essenziale, secondo la Lagarde, per rafforzare "la nostra autonomia strategica e sosterrebbe la nostra competitività in un mondo digitalizzato".