Presunto caso di stalking a Dalmine, in provincia di Bergamo. Un dirigente di una importante azienda del luogo è stato accusato di atti persecutori ai danni di una 36enne, dipendente per la società.
La giovane 36enne, sposata e con figli, ha avuto una relazione segreta con uno dei suoi capi, un uomo sulla quarantina.
L'uomo non riusciva a capacitarsi per la fine del loro rapporto e ha perpetuato una serie di condotte scorrette nei confronti della ex amante: appostamenti sotto il luogo di ritrovo della vittima o del nucleo familiare, tra cui l'abitazione della madre della malcapitata e minacce mediante app di messaggistica istantanea.
Nell'ottobre del 2022, la donna ha preso i primi provvedimenti legali nei confronti del 40enne e anche in quell'occasione sarebbe stata pedinata.
Le forze dell'ordine, dopo aver installato un sistema GPS all'insaputa dell'uomo, hanno scoperto i vari spostamenti del presunto persecutore, sempre intorno alla donna. Una volta addirittura si sarebbe presentato davanti l'istituto scolastico del figlio della malcapitata.
Qualora non ottemperi al provvedimento disciplinare, rischierà una condanna certamente più severa.
Secondo l’articolo 27 della Costituzione, l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
La prossima udienza avrà inizio il 12 marzo 2024 e negli ultimi giorni un altro caso di stalking è avvenuto sempre in provincia di Bergamo, nella vicina Ponte San Pietro, dove un 42enne del luogo ha perseguitato, minacciato e picchiato la ex compagna.