Il 5 marzo 1953 si spegneva a Mosca uno dei più importanti rivoluzionari e uomini politici sovietici, Iosif Stalin: scopriamo insieme qual è stata la causa della morte e i dettagli sulla sua scomparsa, a proposito della quale oggi gli storici nutrono ancora qualche dubbio. Il capo dell’Urss morì dopo qualche giorno di agonia.
Iosif Stalin, all'anagrafe Iosif Vissarionovič Džugašvili, era nato il 18 dicembre 1878. La sua scomparsa avvenne a Mosca il 5 marzo 1953. Il politico governò l'Unione Sovietica dopo la morte di Lenin, reggendo la carica di segretario generale del PCUS dal 1922 fino al giorno della sua scomparsa improvvisa.
Quando morì, lasciò l'Urss ormai trasformata in una superpotenza mondiale dotata di armi nucleari e in un punto di riferimento per tutto l'apparato mondiale comunista.
La causa della morte di Iosif Stalin un'emorragia celebrale. Il leader sovietico fu colpito da un ictus intorno alle 18.30 del tardo pomeriggio del 1 marzo 1953. Le guardie se ne accorsero dopo svariate ore, intorno alle 22 di sera, quando trovarono il dittatore riverso a terra.
A quel punto avvisarono i vertici dell'Unione Sovietica. Tra questi c'erano, ad esempio, l'allora ministro Interni Berija e l'emergente Nikita Krusciov. I politici più importanti si riunirono attorno al letto del leader, ormai agonizzante ed in punto di morte.
Pare che di comune accordo tutti quanti decisero di chiamare i medici solamente la mattina seguente. La morte di Stalin fu poi ufficializzata nella data del 5 marzo. I vertici comunicarono la dipartita del politico il 6 marzo, spiegando che era deceduto attorno alle 21 del giorno precedente.
A proposito del ritardo nell’avvisare e chiamare i soccorsi, gli storici si interrogano ancora oggi. L'ipotesi più probabile è che i fedelissimi di Stalin abbiano deciso di prendersi un po’ di tempo per trovare un accordo a proposito della gestione del Paese e della ridistribuzione del potere dopo la morte del dittatore.
Stalin proveniva da una famiglia di umili origini. Il padre era un calzolaio, la madre una lavandaia . Sin da giovane si avvicinò ai idee liberali e rivoluzionarie. Nel 1898 si iscrisse all'organizzazione segreta socialista Tiflis.
Poi iniziò la sua attività politica vera e propria. Nel 1904 aderì al bolscevismo, prendendo parte agli eventi rivoluzionari dell'anno successivo. Si fece notare sempre di più, acquisendo una certa notorietà in ambienti rivoluzionari. Emerse tra gli attivisti politici del Causo.
Da giovane fu arrestato ed esiliato in più occasioni. Tuttavia riuscì sempre ad evadere con abbastanza facilità.
Aderì alle tesi rivoluzionarie di Lenin. Fu commissario del popolo alle Nazionalità (1917-23) e commissario del popolo all'Ispezione operaia e contadina (1919-23). Nel 1922 assunse la carica di segretario generale del Comitato centrale.
Dopo la morte di Lenin, Stalin salì al potere. Con il tempo, annientò ogni forma di opposizione interna e compì azioni repressive. Promosse una radicale trasformazione della struttura economica russa, attraverso la collettivizzazione dell'agricoltura e l’avvio verso l’industrializzazione.
Mentre era in vita, la propaganda lo promuoveva come un eroe nazionale in grado di risolvere i problemi dell'Unione Sovietica che stava vivendo un forte periodo di crisi, soprattutto dal punto di vista economico.
Dall'altra parte tuttavia i libri di storia ci raccontano che il politico governo attuava campagne del terrore. Stalin sottopose a processi e fece uccidere non solo alcuni nemici, ma anche membri dell'elite sovietica. Tra questi vi erano politici, militari, intellettuali e artisti.
Per quanto riguarda la politica estera, promosse nel 1939 un'alleanza con la Germania nazista. Attuò, di pari passo, una nuova politica espansionistica, facendo leva sul sentimento del nazionalismo e sui valori tradizionali.
Vide inoltre l’espandersi del comunismo in diversi Paesi dell'Europa orientale.
La sua morte improvvisa mise nuovamente in crisi il sistema sovietico.