Morte naturale: così il capo dei Servizi segreti esteri russi Serghei Naryshkin ha descritto il decesso del dissidente e attivista Alexei Navalny. Secondo l'intelligence di Mosca dunque, il 47enne venuto a mancare lo scorso 16 febbraio, sarebbe scomparso per cause naturali. Dichiarazioni, quelle di Naryshkin, che non hanno però per nulla convinto la comunità nazionale ed internazionale.
Direttamente dal capo dell'intelligence russa sono arrivate dichiarazioni riguardo alla morte di Navalny, il noto dissidente e rivale di Vladimir Putin che, secondo le ultime parole rilasciate in via ufficiale, sarebbe deceduto per cause naturali.
Lo ha dichiarato con fermezza oggi il capo dei Servizi segreti di Mosca Serghei Naryshkin nel corso di un'intervista rilasciata e trasmessa dal canale Tv Rossiya-.
Secondo quanto riferito, insomma, l'attivista russo scomparso mentre era imprigionato in un carcere di massima sicurezza in Siberia, non sarebbe stato ucciso nè sarebbe stato vittima di qualche particolare delitto.
Questo è quanto riferito dai vertici russi. Serghei Naryshkin inoltre, rispondendo ad una domanda del giornalista sempre a proposito della morte di Navalny, ha aggiunto che non c’è stato nessun complotto.
A seguire, ha aggiunto:
E ancora il capo dell'intelligence nell'intervista ha ribadito:
Ricordiamo che lo scorso 16 febbraio, quando era stata annunciata la morte di Alexei Navalny, il servizio penitenziario russo aveva spiegato che l’uomo, di 47 anni, si era sentito male dopo una passeggiata.
Il dissidente e rivale del Cremlino si era spento nel carcere di massima sicurezza Kerp.
Direttamente da Mosca fonti ufficiali avevano affermato che egli aveva perso conoscenza quasi subito. Avevano poi aggiunto che per l'uomo non c'era stato più niente da fare. I tentativi di rianimarlo e i soccorsi si erano rivelati inutili, secondo quanto riferito dal sistema penitenziario russo.
Dall’altra parte sono migliaia, se non addirittura milioni, le persone che, in Russia e nel resto del mondo, non credono alle versioni ufficiali fornite dal Cremlino.
Non solo i sostenitori e i familiari di Navalny, ma anche esponenti politici di fama internazionale continuano a porsi domande su questo decesso avvenuto in circostanze misteriose e puntano il dito contro il presidente russo.
Da anni l'oppositore di Vladimir Putin si trovava sotto stretto controllo delle autorità russe. In passato era già stato incarcerato e addirittura avvelenato. Le sue azioni e le sue dichiarazioni anti-Putin non erano mai state particolarmente gradite dal governo di Mosca.
Il Cremlino però continua a respingere ogni accusa, negando di essere il responsabile della morte dell'attivista. Oggi il capo degli 007 russi ha ribadito la posizione ufficiale di Mosca.
Cittadini russi e persone da tutto il mondo continuano a chiedere verità e giustizia. A battersi in particolar modo per far luce su quanto avvenuto il 16 febbraio 2024 nella prigione siberiana sono la madre e la moglie del defunto, che non hanno mai creduto neanche ad una singola parola rilasciata dal Cremlino.
Il 1° marzo si sono tenuti i funerali del 47enne, ai quali hanno partecipato migliaia e migliaia di persone. Il corpo era stato riconsegnato alla famiglia solamente svariati giorni dopo l'annuncio della morte, altro particolare che aveva fatto crescere ulteriori dubbi.
In tanti si sono recati a porgere l'ultimo saluto ad Alexei Navalny. Il rito è durato circa un'ora. A seguire una folla di persone ha accompagnato il feretro verso il cimitero di Borisov, a Mosca, dove ora è sepolto.
La vedova dell'attivista ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato. Ancora oggi ci sono persone che continuano a mettersi in coda davanti al cimitero per portare un fiore sulla tomba del dissidente russo.
Affetto e messaggi di vicinanza arrivano alla famiglia Navalny da tutto il mondo, Italia compresa.