Ha preso il via oggi, in un'affolatissima aula della Corte d'Assise di Bologna, il processo a carico dell'ex medico della Virtus Giampaolo Amato, accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata, 64 anni, e la suocera Giulia Tateo, 87 anni, somministrando loro un mix letale di farmaci. Per l'occasione l'uomo, finito in manette nell'aprile del 2023, ha lasciato il carcere in cui è recluso, raggiungendo il tribunale in stampelle a causa di un dolore alle ginocchia, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria. I giudici hanno deciso che non potrà essere fotografato né ripreso in video.
Oltre ai rappresentanti della difesa, gli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, sono presenti in aula i pm Morena Plazzi e Domenico Ambrosino e le parti civili, rappresentate dal fratello di Tateo e dalla sorella di Linsalata, assistiti, rispettivamente, dagli avvocati Francesca Stortoni e Maurizio Merlini.
Presente anche l'Ausl di Bologna, che ha chiesto e ottenuto di essere ammessa parte civile nel processo per via dell'accusa di peculato mossa nei confronti di Giampaolo Amato, che avrebbe sottratto all'ospedale per cui lavorava i farmaci usati per uccidere le familiari, detenendoli illegalmente.
Sono assenti, invece, i figli Anna Chiara e Nicola, che hanno deciso di non schierarsi e che, nel corso delle prossime udienze, potrebbero essere chiamati a testimoniare sul rapporto tra i genitori, sulle difficoltà economiche del padre (che secondo l'accusa avrebbe commesso gli omicidi per entrare in possesso dell'eredità delle due donne) e sulla sua relazione extraconiugale.
Anche l'amante, di una trentina d'anni più giovane, sarà sentita in aula. Così come saranno sentiti i tecnici informatici che analizzando i dati dello smartwatch dell'imputato riuscirono a rilevare che nella notte in cui morì la suocera, qualche settimana prima della moglie, nell'ottobre del 2021, Amato salì da lei nonostante avesse detto di essere rimasto in casa.
Ad incastrarlo, secondo l'accusa, sarebbero soprattutto le tracce di Midazolam - il farmaco trovato nel sangue di entrambe le vittime - rinvenute in una bottiglia di vino che aveva offerto alla moglie, conservata a futura memoria dalla sorella Anna Maria, che aveva iniziato a sospettare che Amato avvelenasse la moglie. Intercettata dai giornalisti del Resto del Carlino, stamattina la donna ha dichiarato:
Dal canto suo il 65enne si è sempre proclamato innocente.
ha dichiarato il procuratore aggiunto Morena Plazzi nel presentare le richieste dell'accusa, tra cui l'acquisizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali prodotte durante le indagini, che un perito nominato dalla Corte trascriverà entro 60 giorni a partire da lunedì prossimo.
Lo riporta Il Resto del Carlino, che cita anche le richieste della difesa, tra cui la nomina, sempre da parte della Corte, di un perito super partes che si occupi dell'analisi degli aspetti medico-legali riguardanti la morte delle due donne superando gli attriti dei consulenti di parte.
La Corte ha ammesso tutte le prove; ha invece rigettato la richiesta di costituzione di parte civile presentata dall'Udi, l'Unione Donne Italiane. La motivazione? Il fatto che gli omicidi contestati all'imputato siano avvenuti al di fuori delle situazioni di cui l'associazione si occupa, "rientranti nel concetto di violenza di genere o di eventi definibili come femminicidio".
Poi sono state fissate le prossime 14 udienze: la prima dopo quella odierna, di carattere perlopiù tecnico, si terrà il 19 marzo. L'esame dell'imputato, stando all'attuale calendarizzazione, dovrebbe esserci il 18 giugno.