Una relazione fiume, durata oltre due ore, quella del Procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo che, nel pomeriggio di oggi 5 marzo, è stato audito dalla Commissione Antimafia di Montecitorio sulla vicenda relativa alla presunta attività di dossieraggio ai danni di politici e vip italiani.
Una vicenda, su cui è stata avviata un’inchiesta dalla Procura di Perugia - tra l’altro è prevista per domani anche l’audizione del Procuratore Raffaele Cantone – che da giorni sta agitando la politica nazionale e i cui contorni sono ancora tutti da definire, almeno per ciò che riguarda gli eventuali mandanti e il movente dietro l’acquisizione illegale di dati sensibili.
Il Procuratore ha ringraziato la Commissione per aver accettato la richiesta di audizione avanzata da lui e da Raffaele Cantone.
"La nostra richiesta di essere auditi nasce da un semplice, sincero spirito di collaborazione istituzionale che crediamo sia doveroso, ma anche da un esigenza dell'interesse pubblico a una informazione completa e obiettiva, che eviti letture strumentali e insinuazioni".
Melillo: Striano? Non mi pare iniziativa singolo. Accessi illegali quasi tutti area maggioranza
Nella sua lunga e articolata relazione, il Procuratore nazionale antimafia ha sottolineato come la raccolta di dati illegale, su cui indaga la Procura di Perugia, presenti attributi di sistematicità e estensione tali da rendere improbabile che possa essere stata effettuata da una sola persona. Il Procuratore, infatti, ha evidenziato che il sottotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano a suo avviso non avrebbe potuto fare tutto da solo.
"Per estensione e sistematicità, l'attività di raccolta dei dati emersa dall'inchiesta di Perugia ha caratteristiche difficilmente riconducibili a mere iniziative individuali. Il compito di definire un perimetro di responsabilità più ampie spetta comunque soltanto alle indagini del procuratore di Perugia a cui offrirò qualsiasi mia conoscenza e supporto".
In merito a Striano, che ha specificato di aver incontrato solo una volta, ha dichiarato:
"Le condotte attribuite al sottotenente Striano, al di là degli eventuali accertamenti investigativi, mi paiono difficilmente compatibili con logiche di deviazione individuale: è una valutazione mia. Non mi pare insomma l’iniziativa di un singolo ufficiale, ipoteticamente infedele.
Il procuratore Melillo, infine, ha confermato alla Commissione di Montecitorio che:
"sembra emergere quasi una convergenza degli accessi abusivi verso una determinata area politica che era quella che andava formando l'attuale maggioranza e il Governo".
Il Procuratore: Estrema gravità cose centro inchiesta, ma dati esfiltrati anche da altre banche dati
Melillo ha sottolineato la gravità di quanto accaduto e dei fatti al centro delle indagini della Procura di Perugia, ma ha anche sottolineato che i dati illegalmente acquisiti arrivano da diverse banche dati.
Molti dei dati in discussione non erano esfiltrati dalla nostra banca dati ma da altre banche dati. Senza minimizzare la gravità dell'uso delle sos a fini illegali, anche un solo dossier abusivo riconducibile alla mano di un funzionario dello Stato è un fatto intollerabile.
L’allarme di Melillo: Straordinaria debolezza reti informatiche
Il Procuratore nazionale antimafia nella sua relazione ha sottolineato la fragilità della sicurezza delle reti informatiche lanciando un allarme forte sulla cybersicurezza.
"Va sottolineata la straordinaria debolezza delle nostre reti informatiche, soprattutto dell’amministrazione della giustizia. E questo non solo davanti agli attacchi a dati riservati ma per la oggettiva sproporzione tra la dimensione digitale della criminalità e del terrorismo e le capacità di contrasto del nostro sistema.
Melillo su dossier Gravina: Fatti estranei alle attività del mio ufficio. Ho segnalato tutto al Procuratore di Perugia
"Con riferimento al caso Gravina, tutto quello che avevo da segnalare l’ho segnalato al procuratore di Perugia che a sua volta ha trasmesso gli atti alla procura di Roma. Ma i fatti attribuiti al presidente della Federcalcio non hanno nulla a che fare con la missione istituzionale della procura nazionale
Ha spiegato Melillo, che poi ha chiarito i limiti entro cui rientra l'attività della Procura Nazionale ovvero la criminalità organizzata, il terrorismo e, dal novembre scorso, i crimini cyber".
Il Procurato ha infine spiegato che, nel caso in cui nella raccolta di informazioni emergano ipotesi di reato diverse, "in questi casi è doveroso, appunto, fare rapporto".