17 Dec, 2025 - 16:51

Rwm, la fabbrica di armi divide il campo largo: in Sardegna Avs sfida Todde

Rwm, la fabbrica di armi divide il campo largo: in Sardegna Avs sfida Todde

Il tema dell’ampliamento della fabbrica di armi Rwm di Domusnovas ha rischiato di spaccare la coalizione di centrosinistra che in Sardegna sostiene Alessandra Todde, ma non solo. Gli echi di questa divisione sono destinati a farsi sentire fino a Roma, riflesso delle fratture, a tratti inconciliabili, che attraversano il campo largo.

Entro la mezzanotte di ieri, su indicazione del Tar, la Giunta regionale sarda avrebbe dovuto esprimersi sulla Valutazione di impatto ambientale relativa all’ampliamento dello stabilimento Rwm. Di fronte alle divisioni interne alla maggioranza — con Alleanza Verdi e Sinistra fermamente contraria al via libera — la Regione ha scelto di non procedere.

Ora la partita si sposta a Roma. Il Mimit ha già annunciato l’intenzione di intervenire direttamente con la nomina di una figura commissariale, “così da superare uno stallo amministrativo ormai insostenibile”.

Rwm, lo scontro politico che divide la maggioranza sarda

Ad aprire il caso politico è stato l’annuncio dell’assessore ai Lavori pubblici Antonio Piu, leader dei Verdi, insieme ai quattro consiglieri regionali di Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio regionale. “Se arriverà in giunta una delibera con una Via — Valutazione di impatto ambientale — favorevole all’ampliamento del sito, noi voteremo contro”, hanno fatto sapere i consiglieri.

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“Non si può potenziare un’industria di armi in una regione che già sopporta un carico militare sproporzionato. Significherebbe condannare l’isola a diventare la retrovia di un’economia di guerra, riproponendo il vecchio ricatto del lavoro in cambio di attività invasive che consumano territorio, dividono le comunità e non lasciano futuro. Rivendichiamo invece uno sviluppo fondato sulle risorse dell’isola, non sull’ennesima fabbrica di armi”.

Una posizione sostenuta anche a livello nazionale dal deputato Angelo Bonelli, che ha richiamato il ruolo dello stabilimento Rwm nella produzione di “ordigni che, da Israele, sono stati utilizzati a Gaza”.

Le origini del progetto e lo stop imposto dal Consiglio di Stato

La questione dell’ampliamento del sito si trascina ormai dal 2017, anno in cui il gruppo tedesco Rheinmetall — proprietario degli stabilimenti di Domusnovas-Iglesias e Ghedi — ha annunciato un piano di investimenti da 40 milioni di euro per l’allargamento del complesso industriale.

Tra il 2017 e il 2019, i progetti di ampliamento sono stati portati avanti in modo frammentato, mai inseriti in un disegno complessivo e, soprattutto, senza gli adempimenti legati alla Valutazione di impatto ambientale.

Secondo Rwm e l’allora giunta regionale guidata da Christian Solinas, le valutazioni non erano necessarie perché gli interventi di ampliamento venivano considerati in continuità con quelli preesistenti e dunque parte di un’unica struttura produttiva.

Un’impostazione contestata dalle associazioni ambientaliste e pacifiste del territorio e infine sconfessata nel 2021 da una sentenza del Consiglio di Stato, che ha dichiarato illegittime le autorizzazioni rilasciate fino a quel momento, imponendo il congelamento del progetto fino all’ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni. Da allora, la procedura di Via — Valutazione di impatto ambientale — è diventata il passaggio decisivo per il futuro dello stabilimento.

Todde tra ambiente, lavoro e pressioni del Governo

La decisione della presidente Alessandra Todde di non portare ieri in Giunta la Valutazione di impatto ambientale sposta ora la partita nelle mani del Governo. Nei mesi scorsi, la Regione aveva scelto di allungare i termini dell’istruttoria, prendendo tempo su un dossier politicamente e amministrativamente complesso.

Da un lato, pesano le proteste delle associazioni pacifiste, che richiamano le stesse ragioni sottolineate da Alleanza Verdi e Sinistra: la necessità di uno sviluppo che non poggi sull’industria bellica, oltre all’esigenza di valutazioni ambientali approfondite sui rischi per il territorio e per la salute. “La Sardegna — aveva spiegato proprio Todde a settembre, motivando il rinvio — è già stata abbastanza martoriata da industrie inquinanti. Non possiamo permettere che questo accada di nuovo”.

Il dossier Rwm passa al Mimit

Dall’altro lato, però, c’è il tema del lavoro, che la presidente non può ignorare. Pur in un contesto nazionale in cui il Movimento 5 Stelle mantiene una linea contraria al riarmo e al sostegno all’industria bellica, Todde guida una Regione alle prese con spopolamento e disoccupazione, e deve tenere conto delle ricadute occupazionali e della pressione che sul dossier arriva da Roma. Attualmente infatti sono circa 400 le persone impiegate nello stabilimento, con una prospettiva di ampliamento dell’organico: Rwm ha parlato di almeno 250 nuovi posti di lavoro.

Ora, come detto, la decisione passa al ministero. La linea è chiara: il Mimit è infatti favorevole all’ampliamento di “un’azienda strategica che opera in un’area tra le più fragili del Paese”.

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