Abbiamo fatto il primo passo con la consapevolezza che la marcia è ancora lunga.
Luciano D’Amico, il candidato presidente centrosinistra alle elezioni regionali in Abruzzo ha risposto così ad un giornalista che in conferenza stampa gli chiedeva quale fosse il suo stato d’animo, questa mattina, dopo la sconfitta.
Una marcia che l’ex rettore dell’Università di Teramo ha iniziato con l’annuncio della sua candidatura alla Presidenza del Consiglio regionale e che in questi mesi lo hanno portato a percorrere circa 40Km in giro per la regione. Una marcia che ieri, 10 marzo, si è conclusa con la sua sconfitta e con la vittoria del candidato di centrodestra, già governatore uscente, Marco Marsilio.
Una sconfitta che però, come ha più volte ribadito nel corso della conferenza stampa di questa mattina, non rappresenta la fine del progetto Patto per l’Abruzzo, ma solo una tappa verso la costruzione di un’alternativa al governo di centrodestra. Alternativa che costruirà sedendo tra i banchi dell’opposizione in Consiglio Regionale.
Nessun passo indietro, D’Amico è stato chiaro, farà opposizione e lavorerà nei prossimi cinque anni per continuare a portare avanti il progetto iniziato con il Patto per l’Abruzzo.
Ammette la sconfitta, senza alibi, ma sottolinea anche che il risultato del centrodestra è un punto di partenza per costruire l’alternativa alla destra e si assume tutta la responsabilità della mancata vittoria.
E’ apparso sereno e anche sorridente Luciano D’Amico, consapevole di aver giocato la partita fino in fondo. Ha ringraziato le forze politiche che hanno dato vita al "Patto per l’Abruzzo" e soprattutto i volontari e le volontarie che lo hanno aiutato nelle lunghe settimane di campagna elettorale.
ha detto D’Amico che poi analizzando la sconfitta ha aggiunto:
Secondo il candidato del campo largo, che ha detto di essere stato convinto fino alla fine di poter vincere, alla base della sconfitta ci sarebbe stata la mancata la capacità di comunicare efficacemente con gli abruzzesi.
La vera sconfitta, secondo D’Amico è stata rappresentata dall’astensionismo, dai due abruzzesi su quattro che hanno scelto di non andare a votare. L’affluenza, infatti, si è fermata al 52,2% in leggero calo rispetto al 2019.
La sfida, quindi, sarà riguadagnare la fiducia di chi non va più a votare portando avanti un’opposizione costruttiva e seria per costruire un’alternativa al centrodestra.
Come? Ascoltando tanti suggerimenti, ma anche grida di sofferenza raccolte nei territori in campagna elettorale. Sanità e lavoro saranno le priorità dell’azione delle forze politiche all’opposizione, argomenti che il candidato governatore del centrosinistra ha sottolineato essere emersi in maniera preponderante nelle richieste dei cittadini abruzzesi.
Sul campo largo e sull’effetto Sardegna il candidato di centrosinistra è stato molto chiaro, difficile pensare di trasportare in Abruzzo l’effetto Sardegna e non solo per la differenza del sistema elettorale, che in Sardegna prevedeva il voto disgiunto che, a conti fatti, ha premiato il campo largo e Alessandra Todde.
L’esperienza del campo largo, però, è stata molto positiva e D’Amico auspica che si possa replicare anche in altri contesti territoriali e istituzionali.
A chi gli chiedeva un commento sul calo di consensi del M5s, che si è fermato al 6,94%, ha sottolineato come il M5s abbia una sua identità e capacità di raccogliere consensi che è più efficace a livello di voto politico.
Ha concluso Luciano D’Amico.