18 Mar, 2024 - 11:09

Mai fare i lavaggi nasali con acqua del rubinetto, rischio Ameba mangia-cervello

Mai fare i lavaggi nasali con acqua del rubinetto, rischio Ameba mangia-cervello

Sebbene i lavaggi nasali siano una pratica comune e salutare per mantenere le vie respiratorie pulite e liberarsi da allergeni e germi, è importante prestare attenzione alla fonte dell'acqua utilizzata.

Mai fare i lavaggi nasali con acqua del rubinetto! In questo modo potrai proteggere la tua salute, ed evitare il rischio di contrarre l'Ameba mangia-cervello, un microrganismo pericoloso che può causare gravi infezioni cerebrali.

Scopri qual è il rischio e come evitarlo nel prosieguo dell'articolo.

Mai fare i lavaggi nasali con acqua del rubinetto, perché?

L'uso errato di acqua del rubinetto nei lavaggi nasali ha portato a gravi conseguenze per 10 persone, a causa di un'infezione da Acanthamoeba, un microrganismo noto per colpire il cervello, ovvero Ameba mangia-cervello.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani, tutti i pazienti affetti erano immunocompromessi, con la maggior parte di essi che ha praticato lavaggi nasali per mesi o anni, spesso utilizzando acqua non bollita direttamente dal rubinetto.

Questi casi si sono verificati principalmente nell'ultimo decennio, con un'età media dei pazienti di circa 60 anni, molti dei quali affetti da cancro o AIDS.

Nonostante la gravità dell'infezione, sette pazienti sono sopravvissuti, un dato sorprendentemente positivo considerando la solitamente alta mortalità associata all'infezione da Acanthamoeba.

Anche se non è stata stabilita una correlazione causale diretta tra i lavaggi nasali e l'infezione da Acanthamoeba in tutti i casi analizzati, i CDC sottolineano l'importanza di non effettuare mai il lavaggio nasale con acqua del rubinetto.

Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova, conferma questa tesi, alla luce dei rischi emersi da questo studio.

Cos'è l'Ameba mangia-cervello

L'Ameba mangia-cervello è un piccolo protozoo sopravvive prevalentemente in ambienti acquatici caldi e dolci, come acque termali e fiumi caldi.

Ultimamente, però, è apparso anche negli Stati Uniti, dove solitamente non si riscontrava la presenza di questo microrganismo e il suo adattamento al clima temperato è abbastanza preoccupante.

Infatti, questo protozoo si riproduce con maggiore facilità in acque con temperature superiori ai trenta gradi Celsius e può addirittura sopravvivere a temperature fino a 46 gradi Celsius.

Gli eventi meteorologici estremi associati ai cambiamenti climatici, come inondazioni e siccità, potrebbero favorire ulteriormente la sua diffusione. Le inondazioni, ad esempio, potrebbero trasportare agenti patogeni nell'ambiente, aumentando il rischio di contaminazione dell'acqua e del suolo.

Questo fenomeno non è solo una minaccia per la salute pubblica, ma è diventato una realtà anche in luoghi inaspettati come l'Emilia Romagna, dove a maggio scorso si è verificato un caso di contaminazione da Ameba mangia-cervello.

L'Ameba mangia-cervello può entrare nell'organismo proprio con i lavaggi nasali

Le persone di solito contraggono l'infezione da ameba mangia-cervello quando l'acqua contaminata entra nel naso durante attività come il bagno, le immersioni o i lavaggi nasali.

Una volta nel naso, l'ameba può migrare verso il cervello, causando un'infiammazione potenzialmente letale delle meningi e del cervello stesso.

Non è possibile contrarre l'infezione ingerendo o bevendo accidentalmente l'acqua contaminata. Pertanto, se le piscine sono mantenute e disinfettate correttamente, il rischio di infezione è praticamente nullo.

Quali sono i sintomi dell'infezione da Ameba mangia-cervello

L'infezione da Ameba mangia-cervello è una patologia estremamente pericolosa, conosciuta come meningoencefalite amebica primaria.

Questo microrganismo, mortale nel 97% dei casi, può causare gravi danni al sistema nervoso centrale.

I sintomi iniziali includono febbre alta, vomito e torcicollo, ma con il progredire della malattia, le persone colpite possono entrare in coma e morire nel giro di pochi giorni.

Nonostante la sua rarità, questa infezione ha un tasso di mortalità elevato, superiore al 97%. Il trattamento rimane difficile e spesso poco efficace, poiché la malattia progredisce rapidamente.

È pertanto fondamentale evitare il contatto con l'acqua contaminata e prestare attenzione alle misure preventive per proteggere la propria salute.

AUTORE
foto autore
Immacolata Duni
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
adv
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE