Descritta per la prima volta dal medico militare veneziano Marcello Cumano, nel 1495, in Italia veniva spesso denominata Mal francese. Possibile, comunque, che la malattia sia giunta in Europa a seguito del contagio di alcuni marinai salpati con Cristoforo Colombo. Ne parliamo nella rubrica "Non solo trentatré", curata dai Prof. Claudio Loffreda-Mancinelli ed Enrico Ferri, con il contributo del Professor Lorenzo Zaffiri.
Direttore associato del Centro di Trapianto di Polmone presso il Cedars-Sinai Medical Center a Los Angeles. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma La Sapienza dove si è anche specializzato in Malattie Infettive e Immunologia. Trasferitosi negli Stati Uniti, presso la Michigan State University ha conseguito la specializzazione in Medicina Interna e ultimato una Fellowship in Malattie Polmonari presso l’Indiana University. Dopo un ulteriore training di un anno sul Trapianto Polmonare, è diventato Assistant Professor presso la Duke University. Ha effettuato numerose ricerche e pubblicazioni sul meccanismo clinico e traslazionale delle risposte immunitarie dell'ospite ai virus, tra cui SARS-COVID-19, virus Epstein-Barr (EBV), citomegalovirus (CMV) nei pazienti sottoposti a trapianto polmonare.
D: Professor Zaffiri, quando si parla di sifilide si pensa ad una malattia del passato. Può ancora considerarsi tale?
R: Purtroppo no. Quasi completamente scomparsa negli ultimi decenni, grazie soprattutto alla penicillina, ha negli ultimi anni avuto un aumento significante, in tutti i paesi, come dimostrato dai dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control. Nelle Americhe e in Africa si è registrata la maggiore incidenza, con rispettivamente 2 e 1,8 milioni di nuovi casi l’anno. In Italia abbiamo 1.500 nuovi casi all’anno. Dopo clamidia e gonorrea è la terza malattia venerea più diffusa. Fenomeno direttamente collegato a rapporti sessuali sempre meno sicuri.
D: Ma cos’è la sifilide?
R: La sifilide è un'infezione a trasmissione sessuale (IST) che si diffonde quando si hanno rapporti sessuali vaginali, anali o orali con un partner infetto. A provocarla è un batterio, il Treponema pallidum, curabile con i farmaci. Senza trattamento, la sifilide causa seri problemi di salute. Può danneggiare permanentemente cuore, cervello, muscoli, ossa ed occhi.
D: Quindi è una malattia che evolve nel tempo? In diverse fasi?
R: Esattamente. La sifilide può progredire attraverso quattro diversi stadi, con sintomi diversi in ogni fase:
Le persone sono molto contagiose nella prima e nella seconda fase e possono facilmente trasmettere l'infezione ai propri partners sessuali. La sifilide in genere si diffonde da persona a persona durante il contatto sessuale, anche senza penetrazione o eiaculazione. Tuttavia, si può contrarre la malattia se qualsiasi parte del corpo tocca la ferita o l'eruzione cutanea di una persona affetta. Sebbene raro, anche il bacio su una piaga infetta può esser causa della contrazione della malattia. Non si può contrarre la sifilide toccando oggetti come sedili del water, utensili e maniglie delle porte in quanto i batteri che la causano non possono sopravvivere sugli oggetti.
La Sifilide primaria si sviluppa da due a dodici settimane dopo l'esposizione ed è rappresentata dalla presenza, sui genitali o sulla bocca, di una piaga liscia e dura chiamata chancre, un'ulcera piccola e solitamente indolore che scompare da sola in poche settimane o mesi. Nelle donne è presente su vulva (genitali esterni), dentro o attorno alla vagina, intorno all'ano o all'interno del retto, sulle labbra o in bocca.
Negli uomini sul pene o scroto, sotto il prepuzio, intorno all'ano o all'interno del retto, sulle labbra o in bocca.
D: Quali conseguenze si possono avere se nella prima fase non si riceve alcun trattamento?
R: In questo caso l’infezione passa alla seconda fase o sifilide secondaria, caratterizzata da un'eruzione cutanea ruvida e irregolare. L'eruzione cutanea può coprire tutto il corpo, compresi i palmi delle mani e le piante dei piedi. L'eruzione cutanea di solito non prude.
In questo stadio possono anche esser presenti sintomi simil-influenzali, come affaticamento, febbre, mal di gola e dolori muscolari, perdita di capelli, linfonodi ingrossati.
Qualora anche in questo caso non si riceva alcun trattamento terapeutico, l’infezione passa allo stadio latente. In questa fase, che può durare fino a 20 anni, l’infezione può danneggiare cuore, ossa, nervi e organi. Mancano invece segni o sintomi esterni ed è raro trasmettere la sifilide ai propri partner sessuali durante questa fase. Senza trattamento, l’infezione progredisce fino allo stadio terziario o tardivo, ultimo stadio dell'infezione.
D: Vi sono complicazioni serie in questa fase?
R: Purtroppo si. Esiste il rischio di complicazioni potenzialmente letali. Ecco perché è importante ricevere subito un trattamento. Circa il 20% delle persone progredisce verso la fase tardiva, che causa, nel tempo, una serie di gravi problemi di salute:
Vorrei anche ricordare la sifilide congenita che si verifica quando una persona incinta trasmette l'infezione al feto durante la gravidanza. La malattia, se non trattata, causa gravi problemi di salute (inclusa la morte) nei neonati e nei bambini piccoli.
D: Professore, quali persone sono a più alto rischio per la contrazione della malattia?
R: Il rischio maggiore è collegato a rapporti sessuali non protetti con partners positivi, essere sessualmente attivi con più partners, omosessuali, soggetti affetti da HIV, o positivi ad altre IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse), come clamidia, gonorrea o herpes.
D: Come viene diagnosticata e trattata la sifilide?
R: L'unico modo per sapere con certezza se si ha la sifilide è visitare il medico e fare un test di laboratorio. La sifilide viene curata con antibiotici. La penicillina è il farmaco più comunemente usato per la sifilide. La quantità di farmaci necessari e la durata dell'assunzione dipende dallo stadio e dai sintomi della malattia. Da ricordare che gli antibiotici curano l’infezione al 100%, ma nulla possono contro i danni provocati a livello degli organi. La sifilide non causa problemi di salute a lungo termine se si riceve un trattamento precoce. È quindi fondamentale iniziare il trattamento quanto prima.
Dopo il trattamento un ulteriore test di laboratorio chiarirà se l'infezione sia scomparsa. La malattia può comunque nuovamente essere contratta qualora si venga ad essere nuovamente esposti al batterio.
D: Come si possono ridurre i rischi di contagio?
R: Le strategie di prevenzione si basano soprattutto sull'adozione di comportamenti sessuali responsabili.