25 Mar, 2024 - 18:30

Quanto costa un impianto dentale all'estero? Differenze di prezzo, vantaggi e rischi del low cost

Quanto costa un impianto dentale all'estero? Differenze di prezzo, vantaggi e rischi del low cost

Boom del turismo dentale per impianti e protesi, nel 2023 sono stati circa 200mila gli italiani che si sono rivolti a cliniche estere. Un dato che rivela la necessità di risparmiare, visto che questo tipo di interventi può essere effettuato a prezzi notevolmente più bassi rispetto all'Italia, ma quali sono i rischi e a cosa fare attenzione prima di scegliere la terapia più adatta? Vediamo tutti i pro e contro.

Quanto costa un impianto dentale all'estero?

Ogni anno, come dimostrano le statistiche presentate all'ultimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, circa 200mila pazienti si recano all'estero per effettuare interventi di implantologia dentale o per una protesi mobile.

Questo è dovuto principalmente ai prezzi, che sono molto più bassi rispetto alle terapie proposte dagli specialisti nel mostro paese. Il costo infatti è contenuto e in molte cliniche si promettono risultati soddisfacenti in pochi giorni. Spesso offrendo pacchetti completi che comprendono il viaggio in aereo, gli spostamenti, il pernottamento e tutte le cure necessarie.

Si parte da un minimo di 150 - 200 euro ma i fattori che influenzano il totale del preventivo possono essere diversi. Soprattutto in base ai materiali e al tipo di soluzione scelta.  Sia i prezzi che i trattamenti possono variare di molto a seconda del paese scelto.

Quali sono le mete più gettonate

Tra le mete più gettonate per il turismo dentale sono soprattutto le nazioni dell'Est Europa, principalmente: Albania, Croazia, Ungheria, Polonia e Turchia. Il prezzo di un impianto fisso può quindi variare a seconda del paese scelto, ma anche del trattamento e del pacchetto viaggio.

Perchè la soluzione più utilizzata dagli italiani è quella del viaggio tutto incluso, che comprende anche le spese di trasferimento e la sistemazione in hotel. Solitamente ci si rivolge ad agenzie specializzate che mettono in contatto il paziente con la clinica ed il team di professionisti per valutare la situazione, proporre un preventivo e poi procedere con il pagamento. Che consiste in un anticipo tramite bonifico e poi il saldo a fine intervento.

Differenza di prezzo con l'Italia

Se in Italia per una corona in ceramica il prezzo va dai 700 ai 2000 euro per singolo impianto e quello per l'arcata completa può arrivare anche a superare i 30mila euro, all'estero questi trattamenti vengono offerti con sconti anche del 70%.

Quindi una differenza sostanziale, considerato che si può avere un intervento anche a 6 o 7mila euro. I problemi però possono essere molteplici. Quindi vanno valutati con attenzione tutti i possibili rischi. Soprattutto andrà fatto un controllo specifico prima del pagamento, della struttura scelta, per assicurarsi che si tratti di dentisti seri e che offrono garanzie.

Bisogna ricordare infatti che il successo dell'implantologia spesso non dipende dalla qualità del lavoro e dei materiali ma da altre condizioni pre esistenti e dello stato di salute del paziente. Pertanto, potrebbe sussistere il rischio di avere complicazioni dopo l'intervento e non sapere a chi rivolgersi per l'assistenza.

A cosa fare attenzione, i rischi di un impianto dentale low cost

Il turismo dentale per l'impianto ai denti low cost è un fenomeno in crescita, soprattutto per coloro che scelgono la soluzione all inclusive, cioè pacchetto viaggio compreso di intervento con sostituzione di tutte e due le arcate o protesi mobile.

Le cliniche estere offrono nella maggior parte dei casi garanzie di successo e tempi molto brevi, sia per la terapia che per il recupero post operatorio. Tuttavia, un costo molto basso può celare pericoli, non solo perchè i materiali usati potrebbero non essere completamente compatibili. E quindi generare allergie e rigetti, ma anche per le procedure che potrebbero non rispettare gli standard sulla salute che in altri paesi sono usate.

Come confermano le statistiche infatti un paziente su tre ha dichiarato di aver avuto problemi dai 3 ai sei mesi dopo l'intervento ed è stato costretto a ricorrere a nuove cure in Italia. Spesso raddoppiando sia i costi che gli svantaggi.

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Valentina Simonetti
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