Il caso Bari divide il centrodestra tra giustizialisti e garantisti. Tra chi, come Fratelli d’Italia, ha una posizione più diretta e chi, invece, come Forza Italia invoca una maggiore prudenza nell’emettere giudizi.
Gli alleati si dividono sulla vicenda che coinvolge il comune di Bari, dove in queste ore è arrivata la commissione d’accesso inviata dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per la verifica di eventuali infiltrazioni mafiose.
Una questione già complessa che, nelle ultime ore, si è ulteriormente complicata a causa di in un polverone mediatico alzato dalle parole del governatore della Puglia, Michele Emiliano, in merito ad una presunta visita fatta a casa della sorella di un boss insieme al primo cittadino barese, dopo che quest’ultimo aveva ricevuto delle minacce quando era assessore. Una visita smentita da Decaro e nelle ultime ore anche dallo stesso Emiliano che ha detto di essere stato frainteso.
Stamattina sulla vicenda è intervenuto il vicepresidente della Camera Giorgio Mule (FI) che ha esortato gli alleati di governo a darsi una calmata per restare garantista. Un invito che non è stato accolto di buon grado da Giovanni Donzelli (FdI) che ha risposto tirando in ballo l’etica della politica.
Un richiamo agli alleati ad abbassare i toni delle polemiche e a restare garantista. Il vicepresidente della Camera, in un’intervista al Foglio, ha ricordato ai suoi alleati l’identità garantista che da sempre ha contraddistinto il centrodestra e soprattutto il suo partito.
Al giornalista che gli chiedeva con chi stava sulla vicenda Bari, Mulè ha risposto:
Non c’entra il garantismo ma l’eticità della politica. E’ la posizione espressa dal deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, che rispondendo ai giornalisti in merito alle dichiarazioni dell’alleato Giorgio Mulè ha dichiarato:
Il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia ha, infine, concluso: