Archiviati gli impegni europei, adesso è tempo di tornare a pensare al campionato. La 32° giornata si aprirà questa sera con il match tra Lazio e Salernitana, ma i fari saranno puntati soprattutto sullo stadio Olimpico Grande Torino per il derby numero 185 della storia. La Juventus deve vincere per difendere il terzo posto e soprattutto la Champions League; ma anche il Toro vorrà fare lo stesso, per continuare a cullare il sogno europeo e regalare una gioia ai tifosi granata che manca ormai da troppo tempo. L'ultima vittoria in una stracittadina, per la squadra oggi allenata da Juric, risale infatti ad aprile 2015 e il tecnico ora vuole cambiare la storia recente. Anche Allegri però si gioca il futuro e non può più sbagliare. Per commentare Torino-Juventus, Antonio Cabrini, che ha indossato la maglia bianconera per ben 13 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il derby della Mole per dimostrare di aver seriamente accantonato la crisi che ha colpito la Juventus negli ultimi mesi, per difendere il posto in Champions, per rilanciarsi e chiudere al meglio la stagione. La Juventus ha mille e più motivazioni per fare bene contro il Torino, sa di essersi già giocata tutti i bonus e di non poter più sbagliare. La squadra di Massimiliano Allegri però avrà un avversario ostico davanti. Il Torino di Juric è ambizioso, ha una chiara idea di gioco e ha un obiettivo dichiarato: vincere. I biancnoneri si affideranno ancora una volta al duo Chiesa-Vlahovic, con la speranza che possano tonrare ad essere determinanti in questo finale di stagione. Per commentare Torino-Juventus, Antonio Cabrini, ex difensore che ha indossato la maglia bianconera per ben 13 stagioni, divenendo una bandiera e un punto di riferimento per i tifosi, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Vigilia del derby della Mole, la Juventus è effettivamente uscita dalla crisi? Questo è il match in cui dimostrarlo?
"Con una partita non si può certo dimostrare se una squadra è uscita dalla crisi oppure no. Quello della Juventus, a prescindere da come andrà la partita di domani, è un percorso che resta segnato. È ovvio che la società ha fatto una richiesta specifica e ha un obiettivo dichiarato sin dall'inizio dell'anno che è quello di rivedere questa squadra in Europa. Motivo per cui i bianconeri non possono far altro che centrare la Champions League".
Dal punto di vista tattico, che tipo di partita ti aspetti?
"Il derby è sempre una partita molto particolare e difficile da decifrare. È sempre molto sentita in città e sarà una partita complicata per entrambe le squadre. Credo sia molto più determinante per le due tifoserie, che non per la classifica di Serie A o più in generale per i due club".
Il Torino può avere ancora velleità d'Europa? Questa partita può essere determinante?
"Sinceramente non lo so. Per poter sognare ancora nell'Europa, il Torino dovrà sbagliare il meno possibile da qui alla fine della stagione. Ci sono ancora sette partite da giocare e 21 punti in palio. Non sarà semplice, ma finché c'è la possibilità matematica, i granata dovranno provarci".
Per come li ha visti, per i gol realizzati contro la Lazio in Coppa Italia, il duo Chiesa-Vlahovic sta tornando?
"Sono due giocatori molto importanti per la Juventus, per il gruppo e per lo spogliatoio, ma quello che non sono riusciti a fare non dipende solo da loro. Dovevano essere aiutati di più, serviti in maniera diversa e messi nelle condizioni di esprimersi al meglio. Hanno delle qualità importanti, ma non sono state sfruttate come si poteva".
Come succede negli ultimi anni, la Juventus parte comunque con i favori del pronostico, oppure no?
"In ogni derby si parte sempre alla pari, che sia quello di Torino, di Milano, di Roma o di Genova vale lo stesso. È una partita particolare e non c'è mai una squadra favorita sull'altra. Credo che questo valga anche per Juventus e Torino, che hanno ognuna il 50% di possibilità".