Il caso Luis Alberto continua a far discutere in casa Lazio. Ma se prima tutto ciò veniva visto con ansia perpetua, ora viene accolto con un fastidio tendente all'esasperato. Perchè le sue parole dopo Lazio-Salernitana, dove il sevilliano ha annunciato l'addio a fine stagione, sono state accolte con un moto quasi arrendevole. "Te ne vuoi andare? Fai pure", il pensiero di alcuni tifosi, stanchi dell'atteggiamento da croce e delizia di chi ha fatto parlare di se per le giocate a cinque stelle sul campo, ma anche di tanti colpi di testa.
A cui si è dovuto sempre trovare un compromesso diplomatico, per evitare di deturpare il patrimonio tecnico a disposizione. Perchè Luis Alberto è questo, nel bene e nel male. Un numero dieci che, come tale, ha vissuto sempre nel flow del momento, mettendo in campo un estro come pochi condito da un carattere sicuramente non semplice, dove a farla da padrona è sempre stata l'impulsività. Parole non dette a caso, visto che contro la Salernitana è andato in scena l'ultimo episodio del Luis Alberto furioso; ma prima di questo, tanti altri sono stati i casi con protagonista lo spagnolo, e ad oggi la sensazione è che si sia arrivati al rettilineo finale, con al traguardo la parola fine.
Dai gradi di post Candreva al tuttologo del centrocampo biancoceleste. La storia laziale di Luis Alberto è stata questa. Un primo anno senza mai vedere il campo, con il giocatore deciso addirittura ad abbandonare il calcio. Poi la scintilla scoccata sotto l'egida di Simone Inzaghi, che lo reinventò mezz'ala. Da quel momento giocate a palate, classe e magia. Un punto di riferimento vero e proprio, la cui crescita però è sempre andata a pari passo con alcuni suoi colpi di testa.
Non indirizzati all'incrocio, il campo qui non c'entra niente, bensì ad alcune sue dichiarazioni o atteggiamenti che spesso e volentieri hanno fatto discutere l'ambiente. Zero filtri per Luis Alberto: quello che pensa, dice. E fa. Senza pensare alle conseguenze. Lo dimostra lo sfogo post Salernitana, così come i vari episodi susseguitisi nel corso degli anni. E non sono pochi.
Sicuramente rimangono le sue facce o i suoi sbuffi durante i cambi. Sempre arrabbiato, deluso nell'uscire dal campo, non l'ha mai tenuto nascosto. Ma questo è il meno. Nel 2020 il primo, grande sfogo contro il presidente Lotito. Tutto a causa dell'investimento del numero uno biancoceleste sull'aereo societario. Tanti soldi spesi, non per la squadra secondo Luis Alberto, che fece partire la polemica con una storia Instagram: "Tutto molto bello… ma quando ci preoccupiamo di quello che c’è dentro? Apparenza". Poi il carico da novanta su Twitch: " "L'ho visto (l'aereo), così tanti soldi spesi… Compra cose, spende cose. Per noi della squadra invece non c'è niente".
Riferimento questo al taglio degli stipendi di marzo e aprile durante il periodo Covid, più alcuni premi collettivi non pagati. Uno sfogo che non piacque a Claudio Lotito, e che portò alle scuse del giocatore sui social: "Ho fatto una ca...a. Non era il momento, chiedo scusa a tutti".
I casi tra Luis Alberto e la Lazio non finiscono qui. C'è poi il 2021, anno dell'arrivo di Sarri sulla panchina della Lazio. Non quello di Luis Alberto in ritiro però, dato che il centrocampista disertò le visite mediche e il suo arrivo ad Auronzo di Cadore per godersi qualche giorno in più di ferie -definite arretrate all'epoca -che portarono il giocatore a presentarsi in ritiro una settimana dopo la data prefissata. Anche lì ci fu un opera di mediazione per cercare di evitare lo scoppio di una bomba.
Da lì la dedizione al Sarri ball, anche se il giocatore spesso e volentieri ha sofferto (senza nascondere il tutto) il sedersi spesso in panchina data la difficile convivenza con Milinkovic nel 4-3-3. Da lì il giocatore riuscì ad entrare di più nei meccanismi, trovando più continuità, fino ad arrivare all'estate del 2023.
A farla da padrona il rinnovo del contratto del giocatore. Sembrava tutto fatto, durata e cifre, ma prima arrivò quello di Pedro. Nello stesso giorno, la stories di Luis Alberto: "C'è un limite oltre il quale la pazienza cessa di essere una virtù". Altra polemica, relativa a cifre differenti, più un mancato pagamento, quanto basta per far incrociare le gambe al giocatore, che non partì con la squadra in Inghilterra per l'amichevole con l'Aston Villa, evitando anche di allenarsi i giorni precedenti.
Infine lo sfogo post Salernitana: "Sarà il mio ultimo anno qui, non voglio più un euro dalla società, ho chiesto la rescissione". Anche se dall'altra parte il direttore sportivo Angelo Fabiani è stato chiaro: "Deve esserci un vantaggio per entrambe le parti". Tradotto: se Luis vuole andare via, deve portare un offerta congrua. L'ultima matata di una carriera fatta di colpi di genio, ma anche di testa. A cui sembra si stia mettendo la parola fine. Ma questa volta per sempre.