Negli ultimi anni, lo scrolling infinito sui social media è diventato un'abitudine quotidiana per tanti, soprattutto per i giovani, che trascorrono sempre più tempo a sfogliare contenuti senza fine sulle loro piattaforme preferite.
Purtroppo, però, dietro questa semplice azione digitale si nascondono potenziali rischi per la salute mentale dei giovani.
Vediamo come il costante flusso di informazioni e stimoli visivi può contribuire ad aumentare l'ansia, la depressione e altri problemi mentali.
L'American Psychological Association (APA) ha lanciato un appello alle aziende tecnologiche e i legislatori, affinché adottino misure più robuste per tutelare la salute mentale degli adolescenti. Secondo il gruppo di psicologi, le piattaforme di social media sono state progettate principalmente per un pubblico adulto e non tengono pienamente conto delle esigenze dei giovani.
Le caratteristiche come lo scrolling infinito e le notifiche push sono state identificate come particolarmente pericolose per i giovani, il cui cervello in fase di sviluppo è più suscettibile alle esperienze di dipendenza e alle distrazioni. Questo è quanto afferma l'APA nel suo recente rapporto.
Purtroppo le restrizioni sull'età imposte sulle piattaforme di social media da sole non sono sufficienti a mitigare appieno i rischi, poiché molti adolescenti trovano facilmente modi per aggirare tali limitazioni. Sarebbero necessarie modifiche strutturali fondamentali da parte delle aziende di social media per affrontare efficacemente il problema.
Il responsabile scientifico dell'APA, Mitch Prinstein, ha sottolineato che le piattaforme sembrano progettate per trattenere gli utenti giovani il più a lungo possibile, spingendoli a restare connessi per periodi prolungati.
Questo rappresenta un pericolo per gli adolescenti, che hanno una capacità ridotta di resistere a tali impulsi rispetto agli adulti. Ha aggiunto che oltre la metà degli adolescenti mostra almeno un sintomo di dipendenza clinica dai social media.
Il fatto che lo scrolling interferisca con le loro interazioni di persona, con il tempo in cui dovrebbero fare i compiti e, soprattutto, con il loro sonno, ha implicazioni davvero importanti.
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Quasi un anno dopo aver pubblicato un importante avviso sanitario sull'utilizzo dei social media nell'adolescenza, l'American Psychological Association (APA) ha rilasciato un nuovo rapporto che evidenzia la mancanza di cambiamenti significativi da parte delle aziende tecnologiche nel garantire la sicurezza degli adolescenti online.
Sebbene i social media possano essere utili nel connettere i giovani con coetanei, l'APA insiste sul fatto che molto resta ancora da fare per mitigare rischi come il cyberbullismo e il cyber-odio.
Nonostante le raccomandazioni dell'APA, le aziende tecnologiche non hanno, purtroppo, implementato politiche per affrontare efficacemente questi problemi. Tuttavia, un portavoce di Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha sottolineato che negli ultimi tempi sono state apportate diverse modifiche per migliorare la sicurezza degli adolescenti online.
Tra queste, Meta ha introdotto notifiche che avvisano gli adolescenti quando trascorrono troppo tempo su Facebook e ha aggiunto strumenti di supervisione che permettono ai genitori di programmare pause dall'uso di Facebook per i propri figli.
Inoltre, Instagram ha adottato misure per nascondere i risultati di ricerca correlati a temi sensibili come suicidio e disturbi alimentari, oltre a lanciare notifiche serali per incoraggiare gli adolescenti a spegnere l'app quando è tardi. Nonostante questi sforzi, l'APA ritiene che ulteriori azioni siano necessarie per proteggere in modo efficace gli adolescenti dai rischi associati all'uso dei social media. Insomma è necessario fare di più.
La Florida a marzo ha vietato i social media ai minori di 14 anni e richiede il consenso dei genitori per quelli tra i 14 e i 15 anni. La California ha introdotto un disegno di legge per proteggere i minori dalla dipendenza dai social media.
Decine di stati hanno fatto causa a Meta per presunte pratiche ingannevoli che danneggiano la salute mentale dei giovani.
Lo psicologo sociale Jonathan Haidt sostiene nel suo libro "The Anxious Generation" che i social media causano ansia, depressione e autolesionismo negli adolescenti.
Quali sono le possibili soluzioni?
Per aiutare i bambini a non incappare in questi problemi abbastanza gravi, ecco quali sono i consigli da seguire:
I genitori possono proteggere i propri figli dai rischi dei social media stabilendo regole e limiti chiari. È importante incoraggiare i bambini a fare attività sane e passare del tempo con la famiglia e gli amici. I genitori, soprattutto, dovrebbero essere dei modelli di comportamento positivo per quanto riguarda l'uso della tecnologia.