Dall'inferno al quasi paradiso in poche ore. Dai no, e quindi "ciao ciao", di Luis Alberto e Felipe Anderson al sì di Zaccagni. Il presidente Lotito, forse, si mette paura e in gran fretta, incassati gli addii dello spagnolo (la prossima settimana è atteso il procuratore di Luis Alberto) e del brasiliano, invia, riveduta e corretta, la nuova proposta a Mattia Zaccagni e ai suoi procuratori: rinnovo fino al 2029 (per il patron laziale i cinque anni sono di default ndr) a circa 3,3 milioni di euro più bonus.
E non è una coincidenza che l'accelerata su Zaccagni sia arrivata appena Felipe Anderson e Luis Alberto si sono sganciati, anche perché il presidente, nonostante le smentite e le parol di rilancio, aveva bisogno di alleggerire e rivedere il monte ingaggi della Lazio che in questi ultimi anni è lievitato parecchio.
Di sicuro non poteva perdere un giocatore forte come Zaccagni dopo i saluti dei due campioni, poi poco importa delle sfuriate (a volte a sproposito) del procuratore dell'ex del Verona, tanto poi, basta un sorrisetto e tutto si dimentica, anzi quasi non c'è mai stato. Fa parte della del calcio, della carta velina e patinata di cui il calcio è circondato. E non è tanto buon viso a cattivo gioco, ma far finta di nulla anche davanti a improperi e insulti, facendoseli scivolare addosso perché poi alla fine è una ruota che gira.
Ad ogni modo Mattia Zaccagni a breve darà la sua risposta definitiva, ma sarà un sì, anche perché i manager e le persone che lo gestiscono hanno assicurato che offerte del genere in giro non ce ne sono e poi è l'aumento che, bene o male aveva sempre chiesto. A breve dunque lo champagne per il rinnovo e perché sarà proprio lui, Zaccagni, uno dei nuovi volti del calcio biancoceleste.