In cinque sono stati iscritti nel registro degli indagati per la morte di Francesco Pio, il bimbo di appena 13 mesi ucciso due pitbull ad Eboli, nel Salernitano: oltre ai proprietari dei cani, anche la mamma e gli zii. L'accusa mossa nei loro confronti è di omicidio colposo per "omessa custodia degli animali".
Per la giornata di oggi, 24 aprile, la Procura ha fissato l'esame autoptico sul corpicino del bambino, morto ieri mattina in località Campolongo ad Eboli, in provincia di Salerno, dopo essere stato sbranato da due pitbull.
Stando a quanto ricostruito finora, sarebbe stato aggredito all'improvviso mentre si trovava nel cortile della sua abitazione in braccio a uno dei suoi familiari: uno dei due cani lo avrebbe attaccato, scatenando in pochi secondi anche la furia del secondo.
Nel tentativo di salvarlo, la mamma e lo zio, che ora risultano indagati con l'accusa di omicidio colposo per "omessa custodia degli animali" insieme ad altre tre persone, si sarebbero a loro volta feriti. All'arrivo dei soccorsi per il piccolo non c'era già più niente da fare.
"I cani non lo conoscevano perché venivano chiusi in una stanza quando c'era lui. Forse sono scappati, lo hanno visto e, non conoscendolo, lo hanno attaccato", ha ipotizzato una zia del bambino, spiegando che i pitbull, che non avevano mai mostrato segni di aggressività, "appartengono a un'amica di famiglia" che abita nella stessa villetta.
Subito dopo i fatti sono stati portati dal servizio veterinario della Asl di Salerno in un canile. Ad Eboli, intanto, è stato proclamato il lutto cittadino. Il sindaco Mario Conte ha parlato, nel comunicarlo, di una "tragedia" che "lascia sconvolta l'intera comunità", augurandosi che l'accaduto sia "da monito a chi possiede questi cani che sono purtroppo particolari".
La vicenda di Francesco Pio ha riaperto il già sentito dibattito sulla regolamentazione della detenzione di determinate razze canine. C'è chi sostiene che cani come i pitbull e i rottweiler - considerati più pericolosi - debbano essere detenuti solo in possesso di un apposito patentino, seguendo rigide norme per la sicurezza di sé stessi e degli altri.
Non si tratta, in effetti, dell'unico caso del genere: qualche giorno fa una donna di 83 anni di Mortise, in provincia di Padova, ha dovuto subire l'amputazione dell'intero arto superiore destro e dell'avambraccio sinistro dopo essere stata aggredita - per motivi da chiarire - dai suoi cinque cani di grossa taglia in casa.
Poco più di un mese fa a Cutrofiano, in provincia di Lecce, un pitbull aveva aggredito alla testa una bimba di 5 anni che stava dormendo: sembra che, dopo essere entrato nella stanza approfittando della porta aperta, si sia avventato su di lei con rabbia.
Le sue urla avrebbero richiamato l'attenzione dei genitori, che avrebbero quindi dato l'allarme: all'arrivo dei soccorsi la piccola era stata trasferita d'urgenza all'ospedale di Tricase, salvandosi per miracolo nonostante le gravi ferite riportate.
Non ce l'aveva fatta, invece, Enrica Bensi, l'86enne residente nel Pavese morta dopo essere stata aggredita da un pitbull lo scorso ottobre: per fare luce sul suo caso la Procura ha iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di omicidio colposo due persone. Un atto dovuto per svolgere tutti gli accertamenti, come nel caso del piccolo Francesco Pio.