Tra Juventus e Milan finisce 0 a 0. Una partita senza grandi emozioni e che delude le aspettative sia dei tifosi bianconeri che di quelli rossoneri. Allegri nel finale prova a vincerla col tridente, ma la svolta non arriva e all'Allianz Stadium si chiude a reti biance e tra i fischi dei tifosi presenti sugli spalti. Entrambi i club ragionano sia sul presente che sul futuro. Il ciclo di Pioli è ormai giunto al termine e la dirigenza milansita si sta già guardando intorno, mentre la Vecchia Signora corteggia Thiago Motta. Per commentare il presente e il futuro di Allegri e il match Juventus-Milan, Davide Baiocco, che ha vesito anche la maglia bianconera in carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
All'Allianz Stadium finisce 0 a 0 tra i fischi dei tifosi. Quello tra Juventus e Milan è stato un big match tra squadre deluse e deludenti, ma il campionato non è ancora finito e non si può mollare la presa. Continua l'astinenza da vittorie per la squadra di Allegri che, dopo due pareggi e una sconfitta (con cui i bianconeri hanno comunque staccato il pass per la finale di Coppa Italia), non riesce a battere neanche un Diavolo indifeso e depresso. I ragazzi di Pioli, che hanno il secondo posto in tasca, hanno già staccato la spina, ma la Vecchia Signora non può permettersi di fare lo stesso per provare a chiudere l'anno al meglio possibile e con un trofeo. Per commentare il presente e il futuro di Allegri e il match Juventus-Milan, Davide Baiocco, che ha vesito anche la maglia bianconera in carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Un big match che delude le aspettative dei tifosi, sia da una parte che dall'altra. Juventus e Milan non hanno più nulla da chiedere al campionato?
"Il problema sono sempre le aspettative che uno si crea. Per quello che ho visto ieri in campo, credo che la Juventus avrebbe meritato qualcosa di più. I bianconeri hanno avuto qualche occasione, ma non sono riusciti a sfruttarla a pieno, ma sui 90 minuti hanno prodotto e avrebbero meritato il vantaggio. Lo dimostrano anche le parate di Sportiello e la prestazione che ha fatto".
È una Juventus che da qui alla fine della stagione punterà solo alla finale di Coppa Italia visto che in ballo c'è un trofeo?
"L'obiettivo dichiarato all'inizio della stagione era quello di raggiungere la Champions e quindi rientrare nei primi quattro posti. Direi che, vista la classifica, è stato centrato e quindi ora si può pensare solamente alla Coppa Italia. Qualcuno lo considera un salva stagione, ma dipende sempre dalle aspettative. Se L'obiettivo era lottare per i primi quattro posti, allora non lo è. Se invece la Juventus pensava di poter ambire a qualcosa di più, allora può diventarlo".
Tu credi che questa squadra avrebbe potuto lottare per lo scudetto?
"Credo di sì, credo che questa rosa avrebbe potuto dire la sua anche per la lotta scudetto, anche se l'Inter ha dimostrato di essere totalmente superiore a tutte le altre avversarie. I nerazzurri hanno un progetto tecnico che gli dà delle sicurezze e delle certezze che le altre non hanno o che comunque hanno perso durante l'anno. Il Milan, a un certo punto, sembrava poter fare un buon lavoro, ma poi si è perso. C'è da dire che l'Inter non ha sbagliato nulla, e prima i rossoneri, poi i bianconeri, si sono allontanati dalla vetta. Quella dei ragazzi di Inzaghi è stata una stagione praticamente perfetta sia nelle prestazioni che nei risultati. La Juventus avrebbe dovuto fare più della perfezione per potergli stare dietro. Questo per dire che ci sono dei demeriti dei piemontesi, ma anche tanti meriti dei nerazzurri".
A proposito di progetto, si ripartirà da Allegri oppure no?
"Onestamente non lo so, bisognerà capire cosa vuole la società. Un progetto serio si deve fondare sempre su un allenatore e per portare avanti qualcosa di serio serve unità di intenti. Allegri mi sembra uno molto onesto, uno che punta ai risultati piuttosto che al gioco e alla qualità. Io credo che una squadra come la Juventus debba pretendere qualcosina di più perché parliamo di un club che deve tornare a lottare con quelli più blasonati, come il Bayern o il Manchester. Queste sono società che magari vincevano, ma volevano di più a livello di identità di gioco. Sinceramente non so se Allegri sia ancora la persona giusta".
Si fa costantemente il nome di Thiago Motta. Credi sia pronto per il salto di qualità?
"Assolutamente sì. Quando uno fa bene, in qualsiasi categoria, deve avere il coraggio di dimostrare se è pronto per il grande salto. Il calcio di Thiago Motta esprime sicurezza, ha chiari principi e a me piace molto. Il Bayer Leverkusen con Xavi Alonso ha rischiato, ed ha avuto ragione. È bravo, ha carisma, ha principi e leadership. Serve solo una cosa, ovvero il coraggio da parte della società di affidarsi a un giovane, con cui costruire il futuro. È chiaro che vanno anche accontentate le sue richieste sul mercato, in base al tipo di gioco che vuole fare. Poi chiaramente serve pazienza".
In Italia non abbiamo questa pazienza?
"Nel calcio si è sempre troppo schiavi del risultato. È successo anche al Manchester con Guardiola, che oggi è uno degli allenatori più forti del mondo, ma che ci ha messo un po' di tempo per costruire il suo progetto tecnico. Maresca oggi sta facendo molto bene in Premier, ma a Parma ha avuto tre mesi di tempo per poter lavorare prima di essere messo in discussione. È faticoso cambiare la testa dei calciatori e fargli capire la propria idea di gioco, quando si cambia radicalmente rispetto al passato. Prima di tutto devi scegliere i giocatori giusti, e poi devi avere tempo. Invece purtroppo siamo nell'era del tutto e subito e ogni squadra vuole vincere".