In 365 giorni in casa Napoli è cambiato tutto. Un anno fa la formazione di Spalletti si preparava a festeggiare matematicamente lo scudetto ed esattamente un anno dopo, quasi la stessa squadra, si appresta a chiudere una stagione disastrosa e rischia di rimanere fuori da ogni competizione europea. Quel che non cambia, però, è il lavoro del patron De Laurentiis. Nell'euforia più totale, un anno fa, a quest'ora aveva capito che Spalletti non sarebbe rimasto e aveva iniziato a guardarsi intorno (sottovalutando la scelta) per individuare il profilo giusto. A distanza di 365 giorni, il presidente si trova nella stessa posizione, e non può più sbagliare. Per commentare la stagione del Napoli e il nuovo allenatore, Arturo Di Napoli, che in azzurro ha vissuto due stagioni importanti, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La stagione non è ancora finita, ma il Napoli si è già messo a lavoro per individuare il nuovo allenatore a cui affidarsi per il prossimo anno. Il campionato che sta per concludersi è stato gettato via, e proprio per questo non si può più sbagliare. Conte resta in pole, ma De Laurentiis non ha ancora scelto e continua a guardarsi intorno. Gasperini, Pioli e Italiano sono le alternative, ma non sono le uniche. Il tempo stringe e il presidente ha fissato la dead line: entro la fine di maggio avrà preso la sua decisione. La rifondazione deve essere rapida e immediata e non si può perdere neanche un secondo. Prima però ci sono ancora 4 partite da onorare. Per commentare la stagione del Napoli e la scelta del nuovo allenatore, Arturo Di Napoli, che in azzurro ha vissuto due stagioni importanti, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il Napoli era chiamato a dare una risposta contro la Roma. Sei rimasto deluso dal risultato, ti aspettavi qualcosa in più?
"Penso che il Napoli abbia fatto una buona prestazione, anche perché la Roma in questo momento è un avversario ostico da battere. Il percorso degli azzurri resta negativo, ma il trend parte da molto lontano. Questo per dire che il pareggio con i giallorossi ci può anche stare, ma sono tutti i risultati che sono venuti in precedenza che oggi pesano e che sono ancora difficili da accettare".
Per il Napoli la rincorsa Champions ora è impossibile, oppure ci sono ancora delle speranze?
"Dobbiamo essere realisti e le squadre davanti al Napoli vanno molto forte. Arrivare alla Champions lo ritengo molto complicato, ma resta il fatto che per il Napoli sarebbe comunque fondamentale entrare in Europa. La cosa certa è che gli azzurri dovranno fare il risultato in tutte e quattro le ultime gare rimaste, altrimenti è inutile fare previsioni e guardare alle squadre che la precedono".
La Conference è un obiettivo che può comunque diventare interessante?
"Se andiamo a vedere il percorso del Napoli dello scorso anno è chiaro che questa stagione è per forza fallimentare. C'è stato un grande disagio nel corso di tutto l'anno e penso che i problemi abbiano radici profonde. L'addio di Spalletti e Giuntoli non è stato metabolizzato, ma io non mi aspettavo comunque un tracollo così pesante, anche perché se andiamo a guardare la rosa, la squadra è praticamente la stessa. Questo testimonia anche l'importanza degli allenatori".
A proposito di allenatori, si fanno tanti nomi in questi giorni. Conte sembra essere in pole, ma c'è un profilo che tu preferisci?
"Conte è un vincente e ovunque è andato è riuscito a fare molto bene, ma è anche un tecnico che pretende e questo va un po' a cozzare con la strategia del club. Il presidente De Laurentiis non fa mai follie e ha un monte ingaggi che non va superato. La mia preoccupazione è più che altro nel far coesistere la forte personalità di Conte, con quella del patron. L'allenatore però non può essere sbagliato e serve qualcuno che abbia una filosofia di gioco e dei codici tattici ben precisi. Serve qualcuno che possa valorizzare i calciatori del Napoli, ritrovando anche i big".
La partenza di Osimhen va data per scontata?
"Teoricamente sì, ma la partenza di Osimhen porterebbe tanti quattrini nelle tasche del Napoli e sono sicuro che il presidente De Laurentiis li reinvestirebbe sul mercato. Lo ha fatto sempre e lo farà anche questa volta. Arrivati a questo punto credo che sarà necessaria una sorta di rivoluzione per ripartire da capo. Non mi aspetto che possano arrivare nomi di grido, anche se, vista la stagione, il presidente potrebbe anche cambiare idea. Lui ha sempre portato avanti la sua filosofia, al di là delle critiche, e ha raggiunto anche traguardi importanti. Credo che non si aspettasse neanche lui un tracollo così. Questi calciatori sono stati abituati ad allenatori forti e ora la scelta del nuovo tecnico sarà fondamentale. È la chiave di svolta, anche perché la rosa resta una rosa di valore. Vedremo però cosa deciderà di fare anche Kvara".
Il Conte di turno basterebbe a ridurre il gap con l'Inter?
"I numeri sono dalla parte di Conte e le statistiche nel calcio contano molto. In qualche stagione ha floppato, ma resta uno di grande livello. È un tecnico che pretende molto da sé stesso e dai suoi calciatori, ma chiede anche una rosa di livello e i calciatori di grande qualità costano. Torniamo al solito punto, dovremmo capire quanto vorrà investire De Laurentiis".