30 Apr, 2024 - 16:42

Bonus 100 euro, il Consiglio dei ministri approva le nuove misure: si parte da gennaio 2025. Il viceministro Leo: "Bonus a un milione di famiglie nel 2025"

Bonus 100 euro, il Consiglio dei ministri approva le nuove misure: si parte da gennaio 2025. Il viceministro Leo: "Bonus a un milione di famiglie nel 2025"

Il decreto "Primo maggio" è diventato operativo con l'approvazione nell'ultimo Consiglio dei ministri, che si è svolto nella tarda mattinata di oggi 30 aprile. Se l'anno scorso la novità principale fu l'abolizione del reddito di cittadinanza, quest'anno la mancanza delle necessarie coperture economiche (e l'avvicinarsi delle Europee) hanno consigliato un basso profilo.

Ci sono però alcune misure economiche che il viceministro all'Economia Maurizio Leo, in conferenza stampa, ha indicato come importanti per il mondo del lavoro: un bonus da 100 euro che verrà erogato ai lavoratori con reddito fino a 28mila euro. Nel Cdm di oggi si è discusso anche del decreto riguardo ai fondi europei di Sviluppo e Coesione.

Consiglio dei ministri, il viceministro Leo: "Oggi fatte gran parte delle riforme, nel 2025 toccherà alle tredicesime"

Una parte delle opposizioni l'ha già definita "mancetta" o "bonus Befana", ironizzando sul momento in cui una platea di circa 1 milione di lavoratori riceverà il nuovo bonus da 100 euro approvato dal Consiglio dei ministri di oggi 30 aprile. Una misura che, dal lato del governo, viene visto come un aiuto concreto verso una fascia ben precisa di lavoratori.

E' il viceministro all'Economia, il leghista Maurizio Leo, a spiegare chi riceverà il bonus nella conferenza stampa che si è tenuta alla fine dell'ultima riunione dei ministri:

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Il tetto riguarda famiglie che hanno 28.000 euro di reddito di lavoro dipendente, considerando anche il reddito complessivo del 2024. Il governo è voluto venire incontro alle fasce medio basse aggiungendo questo beneficio in un momento particolare come quello di fine anno, per venire incontro ai dipendenti che hanno redditi non elevati, complessivamente non oltre 28 mila euro.

Dando seguito alle parole del ministro Giancarlo Giorgetti, Leo ha rimandato ogni discorso alla più grande e complessiva riforma fiscale al 2025. Innanzitutto ci vuole prudenza, con l'obiettivo di raggiungere le tre aliquote fiscali in quell'anno:

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Con questo tredicesimo decreto abbiamo fatto gran parte della riforma fiscale, attesa dagli anni Settanta, che fissa regole certe e alleggerisce il carico per le imprese ed i cittadini. Come primo obiettivo per il 2025 abbiamo quello di consolidare le famose tre aliquote Irpef. Vedremo quale sarà il risultato che otterremo dal concordato preventivo biennale che riguarderà il mondo delle partite Iva, a cui vogliamo tendere una mano ma vogliamo al tempo stesso che loro dichiarino redditi coerenti con la capacità contributiva.

Tornando al bonus 100 euro, la misura approvata oggi ha dato seguito a quanto la premier Giorgia Meloni aveva annunciato ai sindacati incontrati nella giornata di ieri (senza che questi potessero dire alcunché in merito).

Il costo complessivo dell'operazione sarà di circa 100 milioni di euro e la cosa ha fatto preoccupare la Ragioneria di Stato guidata da Biagio Mazzotta: come trovare le necessarie coperture? Da qui la necessaria attenzione a chi riceverà i 100 euro, ricavando le coperture da precedenti fondi europei già stanziati e promessi. Come aveva anticipato ieri Meloni:

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Un’indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico.

I fondi coesione e le altre misure decise nel Consiglio dei ministri

Dopo Leo, è toccato a Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR. Gli ultimi report europei indicano che l'Italia è al penultimo posto in UE per capacità di spesa dei fondi ricevuti per riavviare l'economia dopo il Covid.

Il Consiglio dei ministri di oggi cerca di rimediare al problema avviando misure per incoraggiare l’occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati. Fitto inoltre ha riferito che molte risorse verranno destinate al Sud italiano, macroregione in cui i lavoratori con i salari più bassi sembrano non essere intercettati dalle aziende in cerca di nuovi dipendenti:

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Riguardo alle misure sul lavoro, abbiamo previsto una serie di interventi molto importanti, dal rifinanziamento della misura 'Resto al Sud' con alcuni accorgimenti e integrazioni, e altri interventi sull'autoimpiego, sul bonus per le donne, per i giovani, per la Zes. Interventi che utilizzano queste risorse per rafforzare la capacità delle competenze e dell'occupazione e anche il sistema delle imprese.

I diversi fondi (coesione, Fsc e Pnrr) sono, secondo Fitto, da collegare al meglio per evitare sprechi di preziose risorse.

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L'obiettivo non è solo quello, non semplice, di spendere, ma anche di finalizzare la qualità della spesa, ovvero spendere finalmente bene con interventi non una tantum e di carattere generico ma investimenti strutturali in grado di modificare e correggere alcuni limiti e gap che da sempre hanno riguardato il Mezzogiorno.
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Pasquale Narciso
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