Il pareggio arrivato contro la Juventus non ha regalato emozioni ai tifosi del Milan e domenica a San Siro, contro il Genoa, la squadra di Pioli dovrà fare sicuramente qualcosa di più. In questo momento mancano le motivazioni, per una stagione che si è chiusa anzi tempo a causa degli obiettivi sfumati. Il club sta già pensando al futuro ed è alle prese con la scelta del nuovo allenatore. Pioli chiuderà qui la sua esperienza con il Diavolo, ma chi prenderà il suo posto? Lopetegui sembra essere sfumato definitivamente e il pallino della dirigenza rossonera sarebbe ancora Thiago Motta, vicino però a un accordo con la Juventus. Difficile per ora fare ipotesi concrete. Per commentare il finale di stagione del Milan e il nuovo allenatore, Sebastiano Rossi, ex portiere che ha vissuto un decennio in rossoneri, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Quattro giornate al termine della stagione prima di potersi concentrare a pieno sul futuro. Il Milan di Stefano Pioli non ha grossi obiettivi, ma deve fare in modo di chiudere in bellezza e conquistare matematicamente il secondo posto. Quello che sta per terminare non è stato un anno soddisfacente, ed è per questo che il club si sta preparando a una mini rivoluzione che partirà dal tecnico. Il ciclo di Pioli è finito e adesso si aprono i casting per la scelta del prossimo allenatore. Tanti nomi, tanti contatti, tanti sondaggi, ma ancora nulla di concreto. Per commentare il finale di stagione del Milan e il nuovo allenatore, Sebastiano Rossi, che nel corso della sua carriera ha vestito la maglia rossonera, vincendo tutto, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Mancano quattro giornate al termine della stagione, ma il Milan non ha più obiettivi da perseguire. È una squadra che ha già tirato i remi in barca?
"Non credo che abbiano già tirato i remi in barca, ma è chiaro che dopo l'eliminazione in Champions League, qualcosa nei piani dei rossoneri è cambiato. La speranza era che potessero far bene in Europa League, e invece è andata male anche nella seconda competizione internazionale. Nonostante tutto la squadra ha reagito, ma è ovvio che l'unico obiettivo sia il secondo posto che e in buona sostanza lo ha già in tasca. Resta il fatto che la stagione non è stata positiva".
Tanti dubbi sul futuro e sul prossimo allenatore. Molteplici i nomi che vengono fatti, c'è un profilo che ti piacerebbe in particolar modo?
"Mi auguro prima di tutto che il Milan possa decidere di puntare ancora una volta su un tecnico italiano. Vorrei vedere un allenatore in grado di dare un'identità chiara di gioco alla squadra. Non è che Pioli non lo abbia fatto in questi anni, perché la sua esperienza resta positiva, ma il Milan deve trovare la continuità che ha perso. In questa stagione ha alternato sempre momenti buoni a momenti meno buoni, e questo è un club che non può permetterselo. Il Milan è una società blasonata, che deve avere il suo gioco e poter competere ogni anno ad alti livelli".
Le piacerebbe anche un giovane come De Zerbi, piuttosto che Thiago Motta?
"Thiago Motta sta facendo benissimo ed è uno di quegli allenatori che potrebbe essere appetibile per il Milan ma non sarà facile da raggiungere. Come ho già detto, però, mi piacerebbe di più un italiano. Potrebbe essere un giovane, ma anche uno come Donadoni".
Nell'ultima giornata di campionato, contro la Juventus, Leao ha vestito la fascia di capitano ma la sua prestazione non è piaciuta. Resta l'uomo su cui costruire il Milan del futuro?
Speriamo e mi auguro che sia così. Credo che anche lì Pioli abbia avuto il suo bel da fare. Non conosco personalmente Leao, ma per sentito dire credo abbia un carattere particolare. Una squadra è come un'orchestra e quando tutti suonano alla perfezione anche il singolo emerge. Allo stesso tempo però il singolo deve essere anche un trascinatore e il trascinatore è quello che corre sempre in campo, che dà idee e gioco. Leao è molto forte in contropiede, ma una squadra deve anche sapersi difendere e lui deve imparare ad aiutare. Non si può pensare di giocare a calcio tanto per e soprattutto a quei livelli bisogna correre avanti e indietro per tutto il campo, non soltanto in avanti".
Con l'addio di Giroud adesso il Milan è chiamato a ritrovare un grande attaccante: questo è l'obiettivo principale di mercato?
"Sì, ma il Milan deve rinnovarsi a 360 gradi. Mi auguro che gli addetti ai lavori possano vederci bene e fare un mercato intelligente".