Polemiche infuocate che si trasformano in sciopero nel mondo mediatico italiano. Il sindacato Usigrai annuncia la protesta dei giornalisti per oggi, 6 maggio 2024: l'obiettivo è arrivare allo stop dell'intera macchina d'informazione dell'azienda di Stato. Le ragioni sono state ampiamente diffuse in formato video sia in tv, che sui social. L'azienda non ha esitato a rispondere per le rime e si fa sempre più duro il botta e risposta tra il sindacato, i giornalisti e i vertici di Viale Mazzini.
Il sindacato Usigrai scaglia la sua freccia contro l'azienda pubblica Rai, denunciando apertamente una serie di decisioni unilaterali e scelte che minerebbero i diritti dei lavoratori interni alle reti.
Le accuse sono diverse e hanno il loro peso: nessuna consultazione sindacale per l'accorpamento di testate; nessuna sostituzione di personale pronto ad andare in maternità o prendere pensioni; taglio di retribuzioni; tentativi di censura. Emblematica per questi, la citazione del caso del monologo sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati, ormai da giorni oggetto di discussione per l'opinione pubblica.
Tutte queste, le motivazioni diffuse con un video, trasmesso nei programmi stessi di informazione Rai:
Il videocomunicato Usigrai in onda oggi in tutti i i Tg Rai che annuncia lo sciopero delle giornaliste e dei giornalisti #Rai indetto per domani lunedì 6 maggio pic.twitter.com/gDFu61ZptQ
— USIGRai (@USIGRai) May 5, 2024
La comunicazione aggiunge:
La Rai nega ancora, respinge tutti gli appunti del sindacato e lo fa con un altro videomessaggio di risposta, reso pubblico su RaiNews.it. Definisce la protesta una mossa politica basata su un'ideologia ben lontana dal diritto dei lavoratori.
Continua a sottolineare quindi che non vi è alcun bavaglio, né censura nel mondo dell'informazione.
Le decisioni aziendali, vengono difese con delle spiegazioni riguardo il bisogno di ottimizzare l'organico esistente, anziché dare il via a nuovi concorsi pubblici in un momento economico difficile.
Una stoccata decisa poi, arriva in riferimento al "tempismo" dello sciopero, ad un mese di distanza dalle elezioni europee. Questo gesto, dai vertici di Viale Mazzini è stato definito un torto alla stessa democrazia, data la negazione di offerta da parte del mondo dell'informazione:
Recupera le dichiarazioni di Scurati contro Meloni e La Russa a Che Tempo che Fa.