Sciopero dei giornalisti Rai, un successo. Almeno è quello che sostiene l'Usigrai, il principale sindacato della televisione pubblica, nonostante ci siano state altre sigle sindacali che non hanno aderito allo sciopero. Una giornata movimentata, come del resto lo sono da un po' di tempo a questa parte nella zona di viale Mazzini.
C'è chi dice e vorrebbe fare una cosa, come ad esempio uno sciopero legittimo, chi invece fa l'esatto opposto, cercando in tutti i modi di boicottarlo e di fare ugualmente il lavoro di tutti i giorni come se niente fosse e come se niente stesse succedendo.
O meglio far passare lo sciopero indetto dai giornalisti Rai come se fossero dei dispetti e non per tutelare il lavoro e per cercare di farlo nel migliore modo possibile, come si è sempre fatto o come si cerca di fare da sempre, tranne che nell'ultimo anno e mezzo, fanno presente i tanti giornalisti che lavorano nell'emittente pubblica.
Un peccato vedere che ci sono giornalisti che cercano di tirare dritto su determinati argomenti per svolgere al meglio la professione e altri, che fanno quello stesso lavoro e che sono colleghi, che si girano dall'altra parte e ignorano un problema che, evidentemente, c'è. Basta vedere cosa è capitato nella giornata odierna del 6 maggio, con il Tg1 dell’edizione delle 13.30 che è andato in onda regolarmente, nonostante lo sciopero indetto dall’Usigrai. Non solo. In onda anche il telegiornale di Rai2 delle 13 e Rainews.
Per Usigrai, comunque, e nonostante tutto è stato "uno sciopero con il 75,50% di adesione certifica la condivisione tra colleghe e colleghi dei temi della protesta. Per effetto dello sciopero è stata cancellata la maggior parte delle edizioni dei Tg mentre al Giornale Radio, dopo un’adesione del 96% dello sciopero del 27 aprile scorso, oggi circa il 95% dei giornalisti non ha firmato i pezzi in onda, le edizioni e i programmi, per sostenere lo sciopero Usigrai. Nonostante la protesta i cdr hanno garantito l’informazione sull’ennesima strage sul lavoro nel rispetto degli accordi sullo sciopero siglati con l’azienda".
A dirlo in una chiara nota è l'Esecutivo Usigrai che aggiunge sottolinenando "ma l’azienda invece di intervenire sulle questioni poste dall’Usigrai, continua, sorda, a non chiarire quale progetto ha per l’informazione della Rai. Così come non spende una parola per difendere il lavoro delle redazioni e dei colleghi dai continui attacchi della politica. La mobilitazione dell’Usigrai ha avuto il sostegno di gran parte delle testate giornalistiche italiane e delle associazioni regionali di stampa. E nella conferenza di oggi l’attenzione di tutta la stampa estera. Il tema della Rai e dello stato dell’informazione in Italia, grazie alla mobilitazione di tutti i giornalisti, è tornato al centro del dibattito nel Paese. La mobilitazione non si ferma qui"