Un tipo "solitario e tranquillo". Così in molti hanno descritto, parlando con i giornalisti, il tabaccaio 65enne trovato morto in casa a Jesolo nella tarda mattinata di ieri, 6 maggio: si chiamava Roberto Basso e viveva da solo. Gli inquirenti non escludono che possa essere stato ucciso.
L'allarme sarebbe partito dai commercianti dei negozi vicini alla tabaccheria del 65enne che, insospettiti dal fatto di aver visto le serrande del locale abbassate sia domenica che lunedì, ieri, 6 maggio, avrebbero allertato il fratello maggiore dell'uomo, che avrebbe a sua volta chiamato i soccorsi dopo essersi recato a casa sua e averlo visto dalla finestra.
Roberto Basso a Jesolo viveva da solo, ma era circondato da affetti: all'inizio si era pensato che la ferita trovata sulla sua nuca potesse essere dovuta ad una caduta, che l'uomo fosse morto sbattendo la testa dopo aver accusato un malore. Dall'esito dei primi accertamenti autoptici è emerso che potrebbe anche essere stato ucciso, venendo strangolato per poi cadere a terra oppure colpito con un oggetto contundente.
Sul caso sta indagando la Procura. L'obiettivo è capire cosa sia accaduto all'interno dell'abitazione del 65enne, che tutti descrivono come "una persona molto solitaria e tranquilla". "La comunità di Jesolo è sofferente e sgomenta. Conoscevo Roberto di vista, l'ho sempre ritenuto una persona per bene", ha riferito il sindaco Christofer De Zotti al Corriere della Sera.
Nella giornata di ieri la scientifica dell'Arma ha lavorato per ore nella villetta in cui si sarebbe consumato il delitto, effettuando rilievi sia all'interno che all'esterno e insistendo, in particolare, su una ringhiera che dal primo piano arriva alla base delle scale.
Se abbia trovato qualcosa ancora non è chiaro. Così come non è chiaro se Basso possa aver aperto la porta al suo assassino oppure sia stato colto in flagrante. Stando a quanto riporta il Corriere, una delle finestre della sua abitazione sarebbe stata trovata con il vetro sfondato.
In casa non mancherebbero, però, oggetti di valore. È possibile che ad aggredirlo sia stato qualcuno che appartiene alla sua (ristretta) cerchia di amici?, ci si chiede. Eventualmente, perché l'ha fatto? In mancanza di ricostri è tutto possibile. Anche un coinvolgimento di terzi. Le ipotesi sono tutte al vaglio degli inquirenti.
"Non ci resta che lasciarli lavorare, affinché facciano chiarezza su questa vicenda dai contorni tanto tristi", ha detto ancora il primo cittadino di Jesolo. In queste ore l'intera comunità si è stretta in un abbraccio intorno alla famiglia del 65enne.
I fratelli Andrea e Francesca ieri erano presenti sulla scena del crimine e "piangevano" mentre gli esperti erano al lavoro per cercare eventuali indizi lasciati dal killer. Così come si cerca la potenziale arma del delitto, di cui, a partire dalla ferita della vittima, sarebbero state ricostruite grandezza ed entità.
Per trovarla gli inquirenti si sarebbero serviti anche di un drone, senza successo. Ad una svolta si potrebbe arrivare nelle prossime ore. Si continua a parlare, intanto, anche dell'omicidio che ha colpito la città di Pavia. I fatti risalgono alle prime luci dell'alba di ieri, 6 maggio: un 69enne avrebbe ucciso il coinquilino 36enne, colpendolo con un oggetto alla testa, al culmine di una lite, trascinandone il corpo in strada davanti agli occhi dei passanti. Si chiama Fausto Baiguera, la sua vittima Julio Antonio Rosario Santos.