I mixer di criptovalute preoccupano non poco la politica a stelle e strisce. Grazie ad essi, infatti, è possibile spostare risorse crypto anche da parte di utenti collegati a criminalità e terrorismo.
Per cercare di contrastare l'andazzo, nel corso degli ultimi mesi le autorità preposte si sono attivate mettendo in campo una politica coercitiva. Sono infatti stati colpiti Tornado Cash, Samourai Wallet, Trezor CoinJoin e Wasabi Wallet, tra gli altri.
Ora, però, sta affermandosi il bisogno di un'azione organica dal punto di vista legislativo, tale da porre le basi per stroncare il fenomeno. Lo strumento è stato individuato nel Blockchain Integrity Act, un disegno di legge che affronta la questione in maniera più compiuta.
Il Blockchain Integrity Act è un disegno di legge presentato alla Camera dei Rappresentanti dal deputato Sean Casten. Co-sponsorizzato da Emanuel Cleaver, Bill Foster e Brad Sherman, propone il varo di una commissione incaricata di redigere uno studio in modo tale da impedire l'uso dei mixer di criptovalute da parte di attori malevoli. Intendendo con questa definizione bande criminali, terroristi e riciclatori di risorse derivanti da traffici illeciti.
In pratica, il provvedimento propone una moratoria di due anni e vieta alle istituzioni finanziarie, compresi gli exchange crypto, i VASP (fornitori di servizi in denaro digitale) e aziende di servizi monetari, di accettare transazioni in cui siano utilizzate risorse virtuali passate per i mixer o prelievi diretti tramite gli stessi.
L'interdizione in questione sarebbe poi accompagnata dall'attivazione dei regolatori istituzionali. Una categoria che include il Department of the Treasury (USDT), Il Department of Justice (DoJ), la Security and Exchange Commission (SEC) e la Commodity Futures Trading Commission (CFTC). A loro spetterebbe il compito di indicare i rimedi ad un uso inappropriato dei mixer.
Naturalmente, in molti hanno iniziato a chiedersi quale potrebbe essere l'esito di questa iniziativa legislativa. La risposta è stata espressamente fornita da Brad Sherman: il bando definitivo nei confronti dei mixer di criptovalute all'interno degli Stati Uniti.
Un bando il quale, però, rischia di riacutizzare lo scontro in atto sulle criptovalute. Tutti i proponenti del progetto di legge, infatti, sono democratici. Ovvero sostenitori di quell'amministrazione Biden che è ormai apertamente accusata dalle aziende operanti nell'innovazione finanziaria di voler abbattere il settore.
In effetti tutti i provvedimenti presi o proposti dai democratici, nel corso degli ultimi anni, vanno in una sola direzione, alla stregua di un'ossessione. Il disegno di legge in questione è un vero e proprio manifesto in tal senso. Invece di provare a capire se è possibile evitare un utilizzo improprio dei mixer di criptovalute, se ne propone direttamente il bando.
Un furore ideologico che ha spinto Scott Melker, il trader famoso come "Wolf of All Street" ad affermare che l'intento finale di questo attacco è consegnare il dominio del settore a Blackrock. Un'accusa molto grave, tale da far capire il livello di malcontento della criptosfera. E non solo.
L'atteggiamento dei democratici, però, rischia di rivelarsi un boomerang. Basta in effetti vedere l'attivismo di Trump sul tema, per comprenderlo. L'ex presidente, infatti, nel corso di un evento dedicato ai possessori dei suoi NFT, non ha avuto alcuna remora a schierarsi dalla parte delle aziende blockchain.
Una presa d'atto che stride enormemente con il veto preannunciato da Biden ad una risoluzione presentata alla Camera dei Rappresentanti da un deputato repubblicano. Passata a larga maggioranza, chiede che siano riviste le linee guida della SEC in campo criptovalutario. Anche se dovesse trasformarsi in legge, non entrerebbe mai in vigore, almeno sinché i democratici occuperanno la Casa Bianca.
Proprio per evitarlo, la Blockchain Association e attori di prima piano della scena crypto si stanno attivando con tutto il loro peso finanziario. Un aspetto rilevante in ottica elettorale, considerato che i detentori di valuta virtuale sono ormai una realtà di rilievo.