Manca davvero poco al confronto tv tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. E mentre si definiscono i dettagli, le "regole d'ingaggio" e i temi da trattare, non si placano le polemiche per ciò che il duello tv potrebbe significare in termini di par-condicio.
Quello tra le due prime donne della politica italiana, non è l'unico duello che infiamma il dibattito politico in vista delle Elezioni Europee dell'8 e 9 giugno, perchè sul tavolo c'è anche l'ipotesi di un secondo confronto, quello tra il leader della Lega, Matteo Salvini e quello dei Cinquestelle, Giuseppe Conte.
Il giornalista Bruno Vespa, che il 23 maggio ospiterà nel 'salotto' di Porta a Porta, su RaiUno, confronto tv Meloni-Schlein, nelle scorse ore ha invitato ad un confronto anche i due ex leader del governo giallo-verde.
Matteo Salvini ha subito accettato, mentre Giuseppe Conte ha declinato l'invito. Un rifiuto che non è piaciuto ai leghisti che lo incalzano perché accetti il confronto. Ma perché l'ex presidente del Consiglio dice no al duello tv con Salvini?
In una nota la Lega è ritornata a chiedere a Giuseppe Conte di accettare il confronto con il loro segretario nazionale, soprattutto alla luce delle pesanti dichiarazioni rese oggi dall'ex presidente del Consiglio durante il Congresso nazionale dell'ANM a Palermo, in cui Conte ha parlato di deriva autoritaria richiamando il Piano di rinascita democratica della Loggia P2 di Licio Gelli.
Un invito che il leader pentastellato non sembra intenzionato ad accettare. Ma perché Giuseppe Conte da una parte attacca violazione della par condicio per il duello tv tra Meloni e Schlein, e dall'altra rifiuta la possibilità di un confronto simile con Matteo Salvini?
La risposta potrebbe essere legata al fatto di non voler certificare l'eventuale ruolo subalterno rispetto a Schlein.
Conte non vuole partecipare al duello "tra secondi", ma punterebbe a prendere parte a quello principale per un eventuale confronto a tre. Il timore del Movimento, ma non solo, infatti è quello di una polarizzazione dei voti fra i due maggiori partiti italiani, ovvero FdI e PD, cosa che i sondaggi sembrerebbero già certificare.