Si torna, a distanza di 2 anni ormai, sull'inchiesta sui migranti che, nel 2022, ha coinvolto 36 persone a Ragusa. La polizia di Stato del capoluogo siciliano, nella giornata di ieri 15 maggio, ha applicato 6 misure cautelari ai danni di alcuni italiani e di un uomo di origine tunisina.
A finire nel mirino degli agenti di polizia 36 persone, di cui 6 raggiunte dalla notifica degli arresti domiciliari, un obbligo di dimora nella città iblea e 2 sospensioni per i dipendenti comunali iscritti nel registro degli indagati.
Per questo motivo, il Comune di Ragusa ha dichiarato di star valutando l'idea di costituirsi parte civile. Finiti sotto inchiesta 5 italiani, due donne e tre uomini, e un uomo di origine tunisina.
La Procura del capoluogo ibleo ha accusato i sospettati di falso in atto pubblico, rilascio di documenti per il permesso di soggiorno irregolari, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e corruzione. Tutte le accuse a carico di un'agenzia addetta all'adempimento di pratiche.
L'operazione portata avanti illecitamente consisteva nel trovare un indirizzo di residenza e una casa ai clienti, che potevano alloggiarvi sino all'arrivo dei controlli. Infatti, i dipendenti comunali dovevano effettuare controlli preannunciati per verificare la concreta residenza di coloro che facevano richiesta.
A giorni è attesa la data di inizio degli interrogatori di garanzia, volti a scoprire i dettagli della messa in scena. Infatti, gli agenti hanno rivelato un enorme sistema di corruzione volto ad "accelerare" l'adempimento delle pratiche necessarie e il risultato positivo dei suddetti controlli.
Inoltre, dieto ai contratti regolarmente registrati per le abitazioni, in realtà, nascondevano residenze fittizie. Il problema dell'immigrazione clandestina non acceanna a trovare una soluzione. A Pozzallo continuano ad arrivare barconi carichi di migranti in pessime condizioni di salute e con nient'altro che i propri abiti.