C'è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui anche il Fatto Quotidiano si mostrava favorevole al ritorno di Chico Forti in Italia. O, quantomeno, dava spazio a chi era favorevole a questa iniziativa senza muovere alcuna critica. Oggi, il giorno dopo l'arrivo di Forti dagli Usa, il giornale di Marco Travaglio ha intitolato "Benvenuto assassino" e se l'è presa con il governo Meloni, reo di aver trattato l'uomo condannato nel 2000 per un omicidio a Miami come "un Papa" (copyright dell'opinionista del Fatto Selvaggia Lucarelli). In quel tempo, invece, anche il Fatto plaudiva all'iniziativa del Governo a guida Cinque Stelle (con Giuseppe Conte premier e ministro degli Esteri il pentastellato Luigi Di Maio) di chiederne l'estradizione. E così, il ministro annunciava con enfasi, anche tramite le colonne del Fatto, "la bellissima notizia" del ritorno di Forti.
Ma cosa scrisse il Fatto Quotidiano sul caso Forti quando a volerne l'estradizione era il ministro degli esteri in quota Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio e, a Palazzo Chigi, anziché Giorgia Meloni, c'era Giuseppe Conte? Il 23 dicembre 2020, un Fatto molto più buonista rispetto a quello che si è mostrato oggi, magari per l'approssimarsi del Natale, intitolava così:
Nessun accenno al caso di omicidio in cui era rimasto coinvolto. Nè alcun appellativo di "assassino". Anzi: la vicenda veniva riassunta così:
E Di Maio? Quale erano state le parole del ministro pentastellato cui il Fatto non aveva avuto remore a dare spazio? Queste:
Sempre il 23 dicembre 2020, il Fatto Quotidiano diede spazio anche a un video dell'allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con questo titolo:
Fatto sta che, oggi, quando "tempo e passione" davvero sono arrivati al risultato, vale a dire quello di far scontare a Forti la pena in Italia, i toni del Fatto, senza Di Maio e con il Movimento Cinque Stelle all'opposizione, sono cambiati.