Gli Internazionali d'Italia 2024 hanno un nome e un cognome: Alexander Zverev! Il tedesco conquista Roma, battendo in due set Jarry con il punteggio di 6-4, 7-5, dopo un'ora e quarantuno minuti di partita e bissando il successo del 2017. Una vittoria grazie alla quale il tennista diventa numero 4 del mondo della classifica Atp, e scavalca Daniil Medvedev per soli 50 punti. Per commentare il risultato degli Internazionali d'Italia e i prossimi impegni, Diego Nargiso, ex tennista, allenatore e commentatore sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
A Roma trionfa Alexander Zverev che batte in finale il cileno Nicolas Jarry in due set, con il punteggio di 6-4, 7-5 e conquista gli Internazionali d’Italia. Un torneo, quello andato in scena nella capitale, ricco di sorprese e colpi di scena. Djokovic e Medvedev erano considerati i favoriti assoluti, ed entrambi sono stati eliminati, rispettivamente ai sedicesimi e agli ottavi di finale. Si ferma ai quarti il greco, Tsitsipas e aumenta il rammarico per l'assenza di Sinner. Fuori dal torneo, per questioni fisiche, anche Alcaraz e Berrettini. Il tedesco invece vola e porta a casa la Coppa per la seconda volta in carriera, dopo quella conquistata nel 2017. Per commentare il risultato degli Internazionali d'Italia e i prossimi impegni, Diego Nargiso, ex tennista, allenatore e commentatore sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Zverev vince gli Internazionali d'Italia. Un risultato che ti ha sorpreso?
"Un risultato sorprendente per le valutazioni fatte all'inizio del torneo. C'erano giocatori più accreditati per la vittoria finale. Le assenza di Sinner e Alcaraz sono state determinanti e man mano che è andato avanti il torneo, viste anche altre defezioni, si è visto che Sascha era uno di quelli più in forma. Ha giocato in modo solido e insieme a Tsitsipas erano i due favoriti per la vittoria finale".
Quindi ti ha sorpreso l'eliminazione di Tsitsipas ai quarti?
"Beh sì, purtroppo il greco si è fermato ai quarti, mentre Zverev ha continuato al suo percorso. E' stato quello che ha avuto più continuità, avvicinandosi ai suoi standard".
La delusione più grande resta Djokovic?
"E' una delusione importante, anche per come è avvenuta, anche se poi tabilo ha dimostrato di essere un ottimo giocatore. Ha sorpreso anche contro Zverev in semifinale. Novak si è presentato in uno stato di forma non eccezionale, tanto è vero che adesso è andato a giocare addirittura a Ginevra, prima di Parigi, per cercare di trovare partite e continuità".
Questo può dipendere dal cambio dell'allenatore?
"Sinceramente non credo. Penso invece che questo grandissimo campione, infinito, che ha battuto record su record, vincendo più partite in assoluto, stia semplicemente vivendo un momento di flessione. Credo sia normale dopo tanto tempo. In un giocatore come lui, tutte le componenti, quella fisica, mentale ed emozionale, sono fondamentali. Federer ad esempio era tecnicamente superiore a tutti. Nadal aveva strapotere fisico, sopra la norma. Novak è eccezionale, ma deve essere completo in ogni forma e se ne manca anche solo uno, questo incide in modo sostanziale sul suo rendimento. Poche partite, per uno abituato a vincere tanto. Quindi nuove motivazioni e ora è difficile ripartire".
Per come è andato il torneo, aumenta il rammarico per l'assenza di Sinner o cresce la consapevolezza che in questo momento, anche senza giocare, è il più forte?
"Secondo me la seconda. E' ancora più palese che questo ragazzo è il più forte di tutti in questo momento. E' ovvio che è un pò come con gli inacantesimi. Dobbiamo sfruttare il momento e sperare che nulla cambi. Chi pensava che Djokovic, dopo la finale agli Australian Open, avrebbe fatto pochi risultati? Ha vinto solo un torneo nei primi 5 mesi dell'anno e non è mai successo da quando era ragazzino. Questo per farvi capire quanto all'improvviso, determinati equilibri, possono cambiare la storia. Speriamo solo che Jannik possa andare a Parigi in un buono stato di forma. Ancora non è dato sapere però, non è sicuro. Deve riprendere dal trend a cui ci aveva abituato. E' un giocatore che scende in campo con un solo obiettivo che è quello di vincere".
Quanto pesa l'ennesimo infortunio di Berrettini, anche dal punto di vista mentale?
"E' devastante quello che sta passando Matteo. non è facile trovare ogni volta la forza di ricominciare, anche perchè gli infortuni ti entrano in testa. L'unica cosa che io avrei fatto in maniera diversa, forse per carattere e anche sbagliando, sarebbe stata provare a cambiare la preparazione atletica. Non penso che il suo preparatore non sia bravo, ma dopo qualche infortunio di troppo potrebbe essere l'unica strada. A volte, anche dal punto i vista tecnico, ci si aiuta con altre idee e altre vedute. Questa è una cosa che nel suo team non è mai stata fatte e forse si poteva fare. E' l'unica cosa che mi viene in mente".