A partire dal 1° gennaio 2024, le imprese che operano o si insediano nelle regioni del Mezzogiorno potranno beneficiare di una nuova Zona Economica Speciale (ZES) unica, che sostituirà le otto ZES precedenti. Questa iniziativa, istituita dal Decreto Sud pubblicato il 19 settembre 2023, mira a stimolare lo sviluppo economico e la coesione sociale nelle aree svantaggiate del Sud Italia. Sbloccati i fondi, si potrà fare domanda da giugno per il credito d’imposta della ZES Unica 2024.
Una Zona Economica Speciale (ZES) è un'area delimitata in cui le imprese possono godere di condizioni vantaggiose per favorire investimenti e sviluppo economico. La ZES unica del Mezzogiorno coprirà le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Questa nuova struttura è stata progettata per migliorare l'efficienza e la gestione delle agevolazioni, offrendo un quadro normativo semplificato e unificato.
L'obiettivo principale della ZES Unica è promuovere la crescita economica nelle regioni meridionali, favorendo investimenti in beni strumentali e sviluppo infrastrutturale. Per questo scopo, il Decreto Sud ha stanziato 1,8 miliardi di euro, disponibili per le imprese che investiranno tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024. Le modalità di accesso al credito d'imposta e le relative procedure sono state definite dal decreto attuativo firmato dal Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Le imprese che investono in beni strumentali destinati a strutture produttive situate nelle regioni della ZES unica possono beneficiare di un credito d'imposta fino al 50% della spesa sostenuta. Questo incentivo è disponibile per investimenti iniziali che vanno da un minimo di 200.000 euro a un massimo di 100 milioni di euro. Le spese ammissibili includono l'acquisto o il leasing di macchinari, impianti e attrezzature, nonché l'acquisto di terreni e immobili strumentali, entro il limite del 50% del valore complessivo dell'investimento.
Gli investimenti ammissibili devono riguardare l'acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature destinate a strutture produttive già esistenti o da impiantare nella ZES unica. È possibile anche l'acquisto di terreni e immobili strumentali, purché il loro valore non superi il 50% dell'investimento complessivo. Non sono agevolabili i beni destinati alla vendita, trasformati o assemblati per la vendita finale, e i materiali di consumo.
Le imprese interessate dovranno inviare la comunicazione delle spese ammissibili all'Agenzia delle Entrate dal 12 giugno al 12 luglio 2024. Le spese devono essere certificate da un revisore contabile. L'Agenzia delle Entrate definirà il modello di comunicazione che le imprese dovranno utilizzare per presentare la domanda.
Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e dal regime contabile, possono accedere al credito d'imposta, purché siano operative o si insedino nelle aree della ZES unica. È importante che le imprese mantengano l'attività nelle zone d'impianto per almeno cinque anni dopo il completamento dell'investimento agevolato.
Sono escluse dal beneficio le imprese che operano nei settori dell'industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione, stoccaggio, trasmissione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga, nonché nei settori creditizio, finanziario e assicurativo.
Il Piano strategico della ZES Unica ha una durata triennale e definisce le politiche di sviluppo, individuando i settori da promuovere e rafforzare, nonché gli investimenti prioritari. Questo piano è in linea con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e prevede interventi mirati per ciascuna delle regioni coinvolte, con l'obiettivo di massimizzare l'impatto degli investimenti.
La percentuale del credito d'imposta varia in base alla regione, alla dimensione dell'impresa e all'entità dell'investimento. In generale, le percentuali sono le seguenti:
In alcune aree specifiche, come Taranto in Puglia e il Sulcis in Sardegna, l'incentivo arriva al 50%. Per investimenti sotto i 50 milioni di euro, le piccole imprese possono ottenere un incremento del 20%, mentre le medie imprese un aumento del 10%.
Limiti e Criteri di Eleggibilità
Il credito d'imposta massimo è del 50% del valore della spesa effettuata, con alcune eccezioni che possono arrivare al 70%. Gli investimenti devono avere un valore minimo di 200.000 euro e un massimo di 100 milioni di euro per ciascun progetto. Inoltre, le imprese devono mantenere l'attività nelle aree beneficiarie per almeno cinque anni dopo il completamento dell'investimento.
Ecco un riepilogo delle percentuali di contributo per le diverse regioni e tipologie di imprese:
Il credito d'imposta non è cumulabile con quello del programma Transizione 5.0. Tuttavia, è cumulabile con altri incentivi che non sono aiuti di Stato, con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato a condizione che il cumulo non porti al superamento dell'intensità di aiuto più elevata consentita dalle regole UE.