Chi era Alberto Piazza, il noto genetista torinese morto all’età di 82 anni. La notizia è stata diffusa solo nelle ultime ore, sebbene il decesso sia avvenuto lo scorso 18 maggio.
Illustre professore all’Università di Torino, Alberto Piazza ha dedicato tutta la sua esistenza alla ricerca genetica con un approccio moderno e multidisciplinare. Riusciva a trasmettere la sua passione in maniera diretta e semplice.
Fondamentali sono stati i suoi studi nel campo della genetica, che approfondirono la correlazione tra il patrimonio genetico umano e l’evoluzione delle civiltà per poi arrivare a concludere che non esistessero diverse razze per il genere umano, ma un’unica e sola specie.
Con la sua scomparsa, la comunità scientifica perde pertanto una delle menti più brillanti del panorama internazionale.
Alberto Piazza era nato il 18 ottobre del 1941 a Torino da una famiglia di origine ebrea. Proprio per questo motivo i suoi primi anni di vita sono stati molto complicati. A causa della persecuzione da parte del regime fascista, la famiglia dovette perciò prima trovare rifugio a Gressoney in Valle d’Aosta e poi in Svizzera. Qui l’adozione era l’unico modo per i bambini di sfuggire al rastrellamento dei tedeschi.
Alberto Piazza venne quindi adottato temporaneamente da una famiglia di Basilea fino alla fine del conflitto mondiale. Restituito dunque alla famiglia biologica, tornò a Torino dove iniziò il percorso scolastico dalle elementari all'istituto Coppino fino al Liceo classico d'Azeglio, conseguendo il diploma nel 1959. Subito dopo si iscrisse all’Università e raggiunse due lauree: una in Fisica teorica e una in Medicina.
La grande passione per la genetica lo portò nel 1967 a lavorare in questo ambito con un innovativo approccio multidisciplinare. Iniziò quindi una collaborazione proficua con il grande genetista Luigi Cavalli-Sforza allo scopo di osservare le differenze di questi dati biologici tra popolazioni diverse.
Negli anni Alberto Piazza si dedicò a studi di immunogenetica umana, evoluzione biologica, istocompatibilità, mutazioni molecolari, longevità ed invecchiamento.
Alberto Piazza era sposato con Ada Ruata, conosciuta nel 1964 durante il periodo scolastico al liceo d’Azeglio. Nel 1967 i due convolarono a nozze su rito civile a Torino. Tre anni più tardi la coppia diede alla luce al loro unico figlio, Andrea.
Fondamentale fu la campagna di ricerca al fianco del mentore Luigi Cavalli-Sforza e del collega Paolo Menozzi che portò Alberto Piazza a concludere che dal punto di vista genetico non ha senso considerare l’umanità con razze differenti.
Lo studio si articolò in ben 15 anni e vide la formulazione di modelli antropologici innovativi dopo l’acquisizione direttamente sul campo di dati relativi alle popolazioni aborigene in Africa e Australia.
I risultati, pubblicati nel 2001, andarono a dimostrare come una singola persona ha le stesse differenze del corredo genetico rispetto ad un individuo della stessa comunità piuttosto che uno che vive dall’altra parte del mondo.
Alberto Piazza concluse pertanto che il razzismo non ha alcun fondamento biologico e genetico e che le differenze tra le varie culture possono risiedono unicamente nell’espressione linguistica, negli usi e costumi e nell’evoluzione storica della società.
La sua dedizione alla ricerca e la sua approfondita preparazione nel campo della genetica lo portarono ad una carriera accademica di assoluto rilievo.
Dal 1983 diventò professore ordinario di Genetica Umana alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Torino.
Nel periodo tra il 2004 e il 2010 ricoprì il ruolo di direttore del Dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica dell’Università di Torino. Nel triennio 2016-2018 assunse la presidenza dell'Accademia delle Scienze di Torino e fino al 2017 quella dell’ente di ricerca Human Genetics Foundation (HuGeF-Torino).
Sotto la sua guida, questa istituzione raggiunse un livello di eccellenza nel campo della ricerca genetica internazionale.
Complessivamente Alberto Piazza è stato autore di 3 volumi e 244 pubblicazioni su riviste scientifiche.