Sono 32 le persone imputate nell'operazione "The Wolf" condotta dai carabinieri di San Vito Dei Normanni. Oggi, 22 maggio 2024, nell'aula bunker del carcere di Lecce, si è tenuta l'udienza a carico del clan Lamendola-Cantanna della Sacra Corona Unita: chiesti 3 secoli di carcere.
A presiedere l'udienza di oggi il gup Alcide Maritati, mentre al banco degli imputati Pancrazio Carrino insieme al ad altre 31 persone ritenute essere affiliati del clan mafioso Lamendola-Cantanna e appartenenti alla Sacra Corona Unita, la cosca mafiosa che spadroneggia sulla Puglia.
Carrino, che già in passato ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee, si ritrova nuovamente in aula a seguito al blitz dei carabinieri che lo ha consegnato alla giustizia. Secondo i militari, infatti, l'uomo sarebbe il responsabile autore di un attentato alla pm Carmen Ruggiero, che si occupa dell'inchiesta.
A firmare l'ordinanza di arresto per i membri di una delle frange più forti della mafia pugliese la gip del Tribunale di Lecce, Maria Francesca Mariano. Così è cominciata la maxi inchiesta dei carabinieri del Nor, denominata "The Wolf".
Da quel momento, Mariano e la pm Carmen Ruggiero hanno vissuto sotto scorta a causa delle minacce ricevute e del tentato omicidio proprio da parte di Carrino. L'uomo, infatti, si era avvicinato alla Ruggiero armato di un coltello artigianale, ma fermato, poi, dall'allora tenente Alberto Bruno.
Sulle teste degli imputati le accuse di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra, violenza privata, lesioni personali, estorsione, ricettazione, danneggiamento seguito da incendio e autoriciclaggio, tutti aggravati dal metodo mafioso, produzione, coltivazione, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Su tutti, la richiesta più alta di condanna è stata messa a carico del boss Gianluca Lamendola, per il quale sono stati chiesti 20 anni di carcere. Lamendola si sarebbe ritagliato nel corso degli anni un ruolo di primo piano nella criminalità organizzata dell'area del Brindisino.