Lo scorso febbraio la Corte d'Assise d'Appello di Brescia ha confermato la sentenza con cui in primo grado Enrico Zenatti era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della suocera Anna Turina, consumatosi a Mantova alla fine del 2021. Secondo i giudici l'uomo agì con "crudeltà" nei confronti della 73enne per "punirla di essere sopravvissuta" ad un suo primo agguato.
Le due aggressioni risalgono al 9 dicembre del 2021. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, quel giorno l'ex agricoltore di Custoza accoltellò la suocera Anna Turina, di 73, nel corso di una lite, facendola cadere dalle scale della cantina per poi abbandonare la sua abitazione.
Era convinto che fosse morta: non solo l'anziana era viva, ma, in un ultimo sprazzo di vita, riuscì addirittura mettersi in contatto con la figlia, l'ex moglie dell'uomo, che subito - una volta avvisato il marito - si precipitò da lei. Zenatti arrivò poco dopo e convinse la donna a non entrare in casa per non vedere la madre in quelle condizioni.
In aula avrebbe poi detto "di aver fatto tutto il possibile per salvarla". Secondo l'accusa, in quei minuti invece la sgozzò, portando a termine il suo piano. Così recitano le motivazioni della sentenza con cui lo scorso febbraio i giudici di secondo grado lo hanno condannato all'ergastolo:
Lo riporta il Corriere della Sera, ricordando che l'uomo si è sempre proclamato innocente.
Il nome di Zenatti era già salito alla ribalta delle cronache. Nel 2008 l'uomo fu infatti assolto - dopo aver trascorso diversi anni in carcere - dall'accusa di aver ucciso le due prostitute Luciana Lino Da Jesus e Yolanda Garcia Holguin, che sembra conoscesse bene. Poi, non senza difficoltà, riuscì a ricostruirsi una vita insieme all'ex moglie, occupandosi della gestione del negozio di ortofrutta della sua famiglia. Fino alla nuova accusa.
Il caso di Zenatti ricorderà a molti quello di Fulvio Baule, che all'inizio del 2022 ridusse in fin di vita la moglie Ilaria Saladdino, dalla quale si era appena separato, ferendo gravemente la suocera (che morì dopo un mese in ospedale) e uccidendo il suocero, ex poliziotto in pensione.
Sembra che avesse appena riportato i figli, di due anni, dall'ex e che, a causa del suo ritardo, fosse stato rimproverato dal suocero quando, all'improvviso, impugnò un'ascia che teneva in auto colpendo lui, la figlia e la moglie davanti agli occhi dei bambini.
Poi si recò in caserma e confessò tutto, sostenendo però di essere stato aggredito e di essersi difeso. Di recente è stato sottoposto a una perizia psichiatrica e giudicato "capace di intendere e di volere". Secondo il perito Paolo Milia non sarebbero emersi, dagli esami che gli sono stati fatti, "disturbi legati a difficoltà significative nella capacità di rievocare ricordi, immagini e circostanze".
Tutto il contrario di quanto lui ha sempre dichiarato, sostenendo di aver dimenticato i momenti cruciali dell'aggressione. Lo riportava l'Ansa ricostruendo la sua vicenda.