Da quel Sud dimenticato dal governo Elly Schlein lancia nuovi attacchi all'esecutivo in un comizio a Siracusa in vista delle Elezioni europee 2024. Bersaglio della segretaria del Pd, ovviamente, la riforma dell'autonomia differenziata che si accanisce proprio sul sud Italia. Ma anche l'immigrazione, emblema di una politica europea deficitaria di Giorgia Meloni, e la guerra in corso a Gaza, per la quale chiede il riconoscimento dello Stato palestinese.
Un'Italia 'spaccata in due', con una parte privilegiata e un'altra costretta a rincorrere, sempre più lontane tra loro.
Questa la fotografia, ripetuta più volte in passato, che Elly Schlein propone della riforma dell'autonomia differenziata di fronte ai cittadini di Siracusa. Un provvedimento "fatto senza un euro" che porta avanti e aumenta "i divari che il Sud ha già pagato troppo" e contro il quale ribadisce la ferma opposizione del Partito democratico.
Lo fa in un incontro dedicato alle Elezioni europee perché è proprio da un'idea diversa di Europa che può nascere un futuro di nuove possibilità per il Sud dell'Italia e del continente europeo.
E un'Europa più presente serve anche a questo: a ricucire lo 'strappo' tra Nord e Sud, che porta allo spopolamento del Meridione, attraverso investimenti che servano a colmare questo gap.
Sempre per l'Europa passa, poi, anche l'intervento su un altro nodo cruciale del Paese: quello dell'immigrazione.
Schlein è consapevole della necessità di un cambio di passo. Ma, al contrario di quanto sostenuto dalla destra di governo, questo non si traduce in chiusure, blocchi o respingimenti - inutili come tentare di fermare l'oceano con una mano - ma in una politica di ingresso finalmente coordinata a livello europeo. Strada che l'esecutivo non può percorrere, se mai lo volesse, anche a causa dei suoi legami con forze politiche ostili a un simile approccio.
Maggiore compattezza europea, infine, viene invocata dalla Schlein in merito al conflitto nella Striscia di Gaza, per fare pressione con più decisione per il cessate il fuoco e per la distribuzione degli aiuti umanitari.
Anche su questo, la segretaria denuncia il ritardo del governo Meloni su una decisione simbolica che sarebbe fondamentale: il riconoscimento dello Stato palestinese.