Dopo aver visto cosa accadde dopo le elezioni europee del 2019, che furono il trampolino di lancio per la crisi del governo Conte I, esplosa poi nel luglio di quell’anno, dando il la al governo Conte II, con l’inedita alleanza tra PD e M5S, può essere utile sapere come stanno oggi i partiti alla vigilia delle elezioni europee 2024 e quale potrebbe essere l’impatto del voto degli elettori.
Fratelli d’Italia, sotto la guida di Giorgia Meloni, è cresciuto significativamente negli ultimi anni. Il partito ha adottato una posizione conservatrice e nazionalista, puntando su temi come la sovranità nazionale e la sicurezza. Cruciale però il crocevia con gli impegni di governo: stare all’opposizione è una cosa, stare al governo è un’altra. E il partito si è dovuto scontrare con l’irrealizzabilità di certe promesse fatte in campagna elettorale. Ai suoi seguaci, però, sembra non importare molto.
La Lega, guidata da Matteo Salvini, ha vissuto un periodo di alti e bassi. Dopo il successo del 2019, Salvini ha affrontato diverse difficoltà politiche. La sua strategia per le elezioni europee del 2024 si concentrerà probabilmente su temi come l’immigrazione e l’euroscetticismo, cercando di riconquistare il consenso perduto. Nella Lega, poi, si parla spesso di rimpasto, ormai dal 2019, ma il leader attuale è sempre lì.
Il Movimento 5 Stelle, sotto la guida di Giuseppe Conte, sta cercando di riposizionarsi nel panorama politico italiano. Dopo il calo di consensi del 2019, il partito ha lavorato per rinnovare la sua immagine e recuperare terreno. Le elezioni europee saranno un banco di prova per valutare se gli sforzi di rinnovamento hanno avuto successo.
Il Partito Democratico, attualmente guidato da Elly Schlein, punta a rafforzare la sua posizione come principale forza di opposizione. Dopo il buon risultato delle europee del 2019 sotto la guida di Nicola Zingaretti, il PD spera di capitalizzare il malcontento verso il governo e presentarsi come una valida alternativa. C’è però da dire che la Schlein, finora, ha solo consolidato la base forte dell’elettorato, cosa che però avrebbe fatto qualsiasi leader. La sfida, a oggi, è convincere l’elettorato indeciso e quello che al momento non andrà a votare.
Per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia e Presidente del Consiglio, le elezioni europee potrebbero rappresentare una sfida significativa. Un risultato elettorale estremamente positivo per Fratelli d'Italia potrebbe infatti creare tensioni all'interno della coalizione di governo. Forza Italia e Lega, gli alleati minori, potrebbero trovarsi in difficoltà se i loro risultati fossero deludenti.
Antonio Tajani di Forza Italia e Matteo Salvini della Lega, entrambi vicepresidenti del Consiglio, potrebbero cercare di riscattarsi dopo una prestazione elettorale negativa, aumentando le richieste di spazio e visibilità all'interno del governo. Inoltre, una grave sconfitta potrebbe spingere i due partiti a considerare un cambio di leadership, complicando ulteriormente la stabilità del governo.
La competizione tra Forza Italia e Lega per affermarsi come seconda forza all'interno della coalizione di governo è intensa. La Lega, che si aspetta un calo significativo nei consensi rispetto alle elezioni del 2019, punta a limitare i danni e mantenere un ruolo rilevante. Forza Italia, invece, mira a superare il 10% dei consensi, un obiettivo dichiarato da Antonio Tajani, che rappresenterebbe un miglioramento rispetto al risultato del 2019.
Il Partito Democratico, guidato da Elly Schlein, si trova a dover affrontare una sfida complessa. Schlein dovrà confrontarsi con il 22,7% ottenuto dal partito nelle elezioni europee del 2019. Un risultato inferiore a quello precedente potrebbe mettere in discussione la sua leadership, soprattutto considerando le scissioni che si sono succedute negli ultimi anni e che sembrano una caratteristica cucita sulla pelle del PD. A ogni modo, la Schlein, alla guida del partito da oltre un anno, ha faticato a imprimere una svolta radicale in linea con il suo programma e il suo approccio. Un risultato deludente alle elezioni europee potrebbe quindi rappresentare un duro colpo per la sua posizione all'interno del Partito Democratico.
Anche i partiti di opposizione minori saranno sotto esame. Alleanza Verdi e Sinistra, che unisce due partiti che nel 2019 si presentarono divisi, cercherà di superare la soglia di sbarramento del 4% per eleggere europarlamentari. Europa Verde ottenne il 2,3% e La Sinistra l'1,7% nel 2019, mentre +Europa di Emma Bonino raggiunse il 3,1%.
Questa volta, +Europa partecipa alle elezioni con un ampio cartello elettorale, la lista Stati Uniti d’Europa, che include vari partiti centristi e moderati, tra cui Italia Viva di Matteo Renzi.
Le elezioni europee del 2024 si inseriscono in un contesto politico europeo caratterizzato da sfide significative. L'Unione Europea, dopo la pandemia di Covid-19, ha intrapreso sforzi senza precedenti per la solidarietà e la ripresa economica, come dimostrato dal programma "NextGenerationEU", noto come PNRR. L'Italia ha ricevuto la fetta più grande di questo fondo, con effetti positivi sull'economia e sull'occupazione.
Il Parlamento Europeo è l'unica istituzione direttamente votata dai cittadini europei. Nel 2024, secondo Eurostat, gli aventi diritto al voto saranno 359 milioni. La partecipazione al voto è fondamentale per la vita democratica dell'UE, in quanto il Parlamento condivide il potere legislativo con il Consiglio dell'UE, composto dai ministri degli Stati membri.
Secondo un sondaggio dell'Eurobarometro, i cittadini europei hanno chiare priorità per la prossima agenda europea. Tra queste, la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, la salute pubblica, il sostegno all'economia e la creazione di nuovi posti di lavoro, la difesa e la sicurezza dell'UE. Queste scelte sono influenzate dai recenti eventi, come la pandemia e i conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente.
I cittadini chiedono anche una maggiore attenzione alla lotta al cambiamento climatico, al rispetto della democrazia e dello stato di diritto, alla gestione della migrazione e del diritto di asilo, e alla politica agricola comune. Inoltre, si discute della creazione di "beni pubblici europei" per attrarre capitali e investimenti in infrastrutture e progetti benefici per l'intera Unione Europea.