Continuano le tensioni diplomatiche tra Brasile e Israele. Il 29 maggio, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha rimosso ufficialmente l'ambasciatore brasiliano in Israele. Nel mese di febbraio il governo israeliano aveva dichiarato Lula "persona non grata".
Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha ufficialmente rimosso l'ambasciatore brasiliano in Israele, Frederico Meyer. Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale mercoledì 29 maggio. Non è stato indicato chi sostituirà Meyer a Tel Aviv.
Meyer era stato convocato alla capitale Brasilia per consultazioni ed era tornato in Israele dopo circa tre mesi il 24 maggio. Il diplomatico è stato quindi nominato nuovo rappresentante speciale del Brasile alla Conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo a Ginevra, Svizzera. La rappresentanza brasiliana a Tel Aviv sarà guidata dal diplomatico Fabio Farias.
La decisione di Lula arriva dopo tre mesi di tensioni tra i due paesi. Il presidente brasiliano è un critico della situazione a Gaza. Durante il Forum di Addis Abeba nel mese di febbraio, Lula aveva condannato fermamente ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza, definendolo non come una guerra, ma come un genocidio e facendo riferimento alle azioni di Adolf Hitler. Queste dichiarazioni hanno scatenato uno scontro diplomatico tra Tel Aviv e Brasilia.
In risposta, il ministro degli Esteri, Israel Katz, ha convocato l'ambasciatore Meyer al museo nazionale dell'Olocausto a Gerusalemme. Questo episodio è stato interpretato come un'umiliazione per Meyer. Successivamente, Katz aveva dichiarato che il presidente Lula sarebbe stato considerato "persona non grata".
In seguito, il Brasile ha richiamato Meyer per delle consultazioni. La rimozione dell'ambasciatore è stata interpretata come una risposta a quell'evento.
Il Brasile di Lula ha anche sostenuto il caso presentato dal Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aja, che sostiene che l'assalto a Gaza equivalesse a una violazione della Convenzione sul genocidio.