L’8 e il 9 giugno 2024, durante le elezioni europee, 23.734 studenti fuori sede avranno l'opportunità di votare nel Comune di domicilio, grazie a una nuova misura sperimentale. Questo numero rappresenta solo il 4% dei 590.000 studenti fuori sede presenti in Italia, un numero che indica un'adesione relativamente bassa. Analizziamo i dettagli di questa sperimentazione, le sue implicazioni e le possibili cause di questa limitata partecipazione.
La possibilità per gli studenti fuori sede di votare nel Comune di domicilio è stata introdotta dal Decreto-Legge n. 7/2024, convertito dalla Legge n. 38/2024. La circolare del Ministero dell'Interno n. 27/2024 ha fornito indicazioni dettagliate sui tempi e le modalità di questa sperimentazione. Gli studenti interessati avevano tempo fino al 5 maggio 2024 per presentare domanda al proprio Comune di residenza, che avrebbe poi trasmesso i nominativi alle prefetture e al Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali (DAIT) del Ministero dell'Interno.
Dei 23.734 studenti che hanno fatto domanda, 21.166 voteranno fuori dalla propria circoscrizione elettorale di origine, presso sezioni speciali istituite nei capoluoghi di Regione. Altri 2.568 voteranno nel Comune di temporaneo domicilio, rimanendo all'interno della stessa circoscrizione territoriale. Questo dato è significativo, considerando che la maggioranza degli studenti fuori sede studia nel Centro-Nord, con 9.398 richieste provenienti dalla Circoscrizione I (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia).
La ripartizione delle richieste di voto per circoscrizione elettorale mostra una netta predominanza nel Nord Italia:
La maggior parte degli studenti fuori sede che ha deciso di votare proviene dalle seguenti regioni:
Uno dei motivi principali per la bassa adesione potrebbe essere la scarsa informazione sulla possibilità di votare nel Comune di domicilio. Nonostante le campagne informative, infatti, molti studenti potrebbero non essere stati adeguatamente informati sui tempi e le modalità per presentare domanda. Inoltre, la procedura di registrazione, che richiedeva la compilazione di moduli e la comunicazione con diversi enti, potrebbe aver scoraggiato alcuni studenti.
Un altro fattore potrebbe essere la preferenza degli studenti di utilizzare le elezioni europee come opportunità per tornare a casa, specialmente considerando gli sconti sui trasporti offerti per chi vota nel proprio Comune di residenza. Questo incentivo potrebbe aver contribuito a una minore adesione alla possibilità di voto nel domicilio temporaneo.
Infine, il tasso di astensionismo tra i giovani elettori potrebbe essere un'altra causa significativa. Molti studenti potrebbero aver scelto di non partecipare alle elezioni, indipendentemente dalla possibilità di votare nel Comune di domicilio.
Questa sperimentazione rappresenta un test importante per la futura regolamentazione del voto lontano da casa. La proposta di legge delega "Voto dove vivo", attualmente in discussione al Senato, mira a estendere questa possibilità anche ai lavoratori fuori sede e ad altre categorie di cittadini. Se approvata, potrebbe rivoluzionare il sistema elettorale italiano, rendendo più facile per molte persone esercitare il proprio diritto di voto senza dover affrontare lunghi viaggi.
I dati raccolti durante questa sperimentazione saranno fondamentali per migliorare il processo. È chiaro che sarà necessario un maggiore sforzo informativo e una semplificazione delle procedure per aumentare la partecipazione. Inoltre, l'estensione della possibilità di voto anche ai lavoratori fuori sede potrebbe incrementare significativamente il numero di elettori che votano lontano dal loro Comune di residenza.