Polemiche a non finire per le dichiarazioni che oggi 2 giugno 2024, festa della Repubblica, Matteo Salvini e Claudio Borghi avevano rivolto contro Sergio Mattarella. Le opposizioni non si fanno pregare e accusano i leghisti di aver minato il prestigio del presidente della Repubblica con una polemica pretestuosa ed indegna.
Chiedere le dimissioni di Mattarella è un atto quindi irresponsabile, mentre dai partiti di governo solo Forza Italia con Antonio Tajani si fa sentire a difesa della massima carica dello stato.
Ridda di polemiche e dichiarazioni nel giorno della festa della Repubblica. Le parole che l'esponente leghista Claudio Borghi aveva rivolto contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (chiedendone addirittura le dimissioni), non potevano esser ignorate da quei partiti che vogliono scalzare dal governo Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia.
Molte sono le richieste di una presa di posizione da parte della premier Giorgia Meloni, mentre in serata Borghi non ha voluto ritrattare sulla sua idea che Mattarella dovrebbe dimettersi se pensa che la sovranità politica non sia più nazionale ma europea.
Per il capogruppo del PD al Senato Francesco Boccia le parole di Borghi (e poi quelle di Salvini che hanno difeso il suo compagno politico) sono il simbolo dell'"intenzione eversiva da parte della Lega", mentre Luana Zanella, capogruppo di Alleanza verdi e sinistra alla Camera, ha il timore che "la Lega e chi non la condanna a destra sono un pericolo per la democrazia".
Se Matteo Renzi di Italia Viva ricorda il suo ruolo decisivo nell'aver suggerito il nome di Mattarella alle presidenziali del 2015, nel M5S e nel PD le posizioni espresse da diversi esponenti sono un misto di incredulità e di forte sdegno. Incredulità perché Salvini e Borghi hanno tacciato il presidente della Repubblica di pensare più all'UE che all'Italia, sdegno perché le parole dei leghisti sono fortemente lesive del suo prestigio.
E' Giuseppe Conte, leader del M5S, ad usare le parole più nette a tal proposito:
Carlo Calenda, da parte di Azione, usa invece l'arma dell'ironia ed indica che le posizioni di Salvini sono estremamente confuse. Non è possibile, è il senso del discorso di Calenda, difendere un giorno il ruolo super partes di Mattarella e poi dire (nella giornata della Repubblica) che l'ideale europeo auspicato dal presidente sia a favore dell'Europa delle "banche e multinazionali":
Le posizioni espresse dai partiti all'opposizione, in sostanza, si possono riassumere nell'indicare la gravità delle parole della Lega, sempre più interessata a sorpassare a destra Fratelli d'Italia e Forza Italia per puntellare la propria posizione in Italia e in Europa.
La guerra sotterranea fra Lega e Forza Italia si è quindi arricchita di un altro capitolo. Nel recente passato Borghi ed Antonio Tajani (ministro degli Esteri e leader di FI) avevano bisticciato sull'obbligo di esporre sui palazzi governativi la bandiera europea insieme a quella italiana ed oggi hanno alzato il tiro, litigando sul presidente della Repubblica.
Tajani conferma che la posizione di Forza Italia è quella della moderazione e non vuole impelagarsi in discussioni che evidentemente strizzano l'occhio a posizioni più marginali ed estremiste. Con un tweet il vicepremier difende Mattarella dagli attacchi leghisti:
Siamo italiani ed europei, questa è la nostra identità. Questa è la nostra civiltà. Ogni scelta anti europea è deleteria per l'Italia. Fa bene Mattarella a sottolineare la nostra prospettiva europea. Gli esprimo la mia solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto.