04 Jun, 2024 - 16:20

Decreto legge liste di attesa, le reazioni, Schlein (Pd): "Senza risorse è solo fuffa". M5S: "Liste d'attesa messe... in attesa"

Decreto legge liste di attesa, le reazioni, Schlein (Pd): "Senza risorse è solo fuffa". M5S: "Liste d'attesa messe... in attesa"

"Fuffa" fatta senza investimenti e che non tiene conto dell'emergenza. Si potrebbero riassumere così le reazioni al decreto legge sulle liste di attesa approvato dal Consiglio dei Ministri. Dal Pd al M5S fino ad Avs, tutta l'opposizione si scaglia contro il testo varato dall'esecutivo, denunciando l'inadeguatezza del governo sul tema dell'emergenza sanitaria.

Decreto legge liste di attesa, Schlein (Pd): "Solo soluzioni tampone che favoriscono il privato"

Nonostante la soddisfazione del governo, espressa in conferenza stampa dallo stesso ministro della Salute Schillaci, il decreto legge per l'abbattimento delle liste di attesa approvato oggi, 4 giugno 2024, dal Consiglio dei Ministri, non piace affatto alle opposizioni che esprimono in ordine sparso le loro durissime reazioni al testo.

In prima linea il Partito democratico, che ha fatto della battaglia per la sanità pubblica il centro nevralgico della propria azione politica contro l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Da Trinitapoli, in Puglia, dove si trova per un appuntamento elettorale in vista delle imminenti Europee, Elly Schlein attacca l'iniziativa del governo, presentata a pochi giorni dal voto europeo, definendola "fuffa" perché fatta senza investimenti che, invece, ritiene fondamentali, in primo luogo per lo sblocco delle assunzioni del personale sanitario.

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"Servono risorse sulla sanità pubblica e lo sblocco delle assunzioni, che fece bloccare Berlusconi con Meloni ministra, per abbattere le liste d'attesa. Perché se i reparti si svuotano le liste d'attesa si allungano all'infinito. Le altre soluzioni sono soluzioni tampone che favoriscono il privato e che continuano nel solco dello smantellamento della sanità pubblica".

La segretaria sfida nuovamente, quindi, il governo a calendarizzare e discutere la sua proposta di legge in Parlamento "che chiede più risorse alla sanità pubblica e un piano straordinario di assunzioni".

Duro il M5S: "Mero spot elettorale, Meloni e Schillaci hanno chinato il capo a Giorgetti"

Non molto diversi i toni in casa Movimento 5 Stelle, espressi in una nota congiunta dei Parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato.

Anche per i Pentastellati il nodo problematico del decreto è l'assenza "di risorse e di urgenza", che porta a un decreto che si traduce in "un mero spot elettorale in vista delle Europee" di un governo sempre più impegnato "a calpestare la sanità pubblica e il Servizio sanitario nazionale".

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"Meloni e Schillaci hanno a lungo annunciato misure straordinarie, ma poi in Cdm hanno dovuto chinare il capo davanti a Giorgetti e non hanno garantito le risorse necessarie per impattare davvero sulla situazione. Le misure più importanti, poi, vengono rimandate a un disegno di legge, confermando che la sanità non è una priorità di questo governo".

Una catastrofe per i cittadini costretti ad affrontare i tempi interminabili delle liste di attesa.

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"Sono spesso costretti a scegliere se indebitarsi per accedere alle cure o rinunciare direttamente a curarsi. Evidentemente, all’esecutivo non interessa, come non interessa la Salute dei cittadini, sempre più trasformata da diritto garantito dalla Costituzione a bene di lusso".

Decreto legge liste di attesa, per Avs "un provvedimento truffa e acchiappavoti"

Infine, anche Alleanza Verdi Sinistra accusa l'esecutivo di utilizzare l'emergenza sanitaria come mossa propagandistica per rimediare qualche voto in più in vista delle Elezioni europee.

Il capogruppo di Avs, Peppe De Cristofaro, parla chiaramente di "un provvedimento truffa e acchiappavoti" che non fa altro che favorire la sanità privata, e torna a battere sulla questione degli investimenti assenti.

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"Per rilanciare il Servizio sanitario servono finanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli previsti dal Fondo, maggiori risorse per i rinnovi contrattuali e un serio piano di assunzioni. Tutte cose che non ci sono nel decreto Schillaci".
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Piercarlo Fabi
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