Potrebbe essere vicino ad una svolta il caso di Mara Favro, la 51enne scomparsa tre mesi fa da Susa, nel Torinese: il fratello Fabrizio, rappresentato dall'avvocato Roberto Saraniti, ha chiesto alla Procura di indagare per omicidio e occultamento di cadavere. Il suo timore è che la donna possa essere stata uccisa.
Stando a quanto riportano La Stampa e Rai News, i carabinieri avrebbero già convocato, nella giornata di ieri, 6 giugno, il titolare della pizzeria di Chiomonte dove la donna lavorava da qualche giorno prima di scomparire. L'uomo, di nome Vincenzo Milione, detto "Luca", sarebbe l'ultimo ad averla vista, la sera del 7 marzo scorso.
Ai giornalisti di "Chi l'ha visto" ha raccontato che la 51enne quel giorno andò via dal locale attorno alle 2.30 insieme al pizzaiolo, salvo poi ritornarci in autostop verso le 3 dicendo di aver dimenticato le chiavi di casa. Successivamente, stando alla sua versione, si sarebbe diretta di nuovo a piedi verso Susa. Risalgono a qualche ora dopo gli ultimi cenni di vita di Mara.
Dei messaggi che, in piena notte, sarebbero arrivati dal suo telefono alla figlia e sul gruppo di classe della bambina. Una delle ipotesi però è che possa essere stato qualcun altro ad inviarli. Il fratello Fabrizio, rappresentato dall'avvocato Roberto Saraniti, ha chiesto alla Procura di indagare per omicidio e occultamento di cadavere perché non crede all'ipotesi di un allontamento volontario.
Nell'esposto si citerebbe, in particolare, la querela sporta a fine maggio (e poi ritirata) nei confronti del gestore della pizzeria da parte della ragazza che avrebbe sostituito Mara dopo la sua scomparsa, che avrebbe fatto mettere a verbale di essere stata aggredita dall'uomo, che le avrebbe anche detto, minacciandola: "Vuoi fare la fine di Mara?".
Una ricostruzione categoricamente smentita dal diretto interessato, secondo cui sarebbe stata la ragazza a dire a lui: "Perché, sennò mi fai fare la fine di Mara?" nel corso di una discussione avvenuta all'interno del locale dopo che lui l'aveva sorpresa "che beveva mentre era in servizio", rimproverandola. Se ne è parlato sempre a "Chi l'ha visto".
Gli elementi da chiarire sono molti. A destare sospetti sarebbero soprattutto le incongruenze rilevate nelle versioni dei diversi testimoni - inclusa una vicina della donna, che avrebbe detto di averla vista in casa la sera del 7 marzo - e alcuni strani ritrovamenti fatti all'interno della sua abitazione: delle scritte su uno specchio e dei foglietti con su scritto, tra le altre cose, "io sottoscritta dichiaro fedeltà allo Stato italiano".
Frasi senza un apparente senso logico che però, nella testa della 51enne, potrebbero aver avuto un significato. "Comando dei carabinieri, verbale, medico-legale, autopsia, camera muortaria". E poi una data: quella del 10 marzo. Affiancata a un luogo: Napoli.
Indicazioni che avevano fatto pensare che Favro potesse essersi diretta proprio verso la città partenopea, accettando un passaggio. Del suo caso si sta occupando anche l'associazione "Penelope", da anni in prima linea al fianco delle famiglie delle persone scomparse su iniziativa di Gildo Claps, fratello della 16enne scomparsa nel 1993 da Potenza.
Elisa, questo il suo nome, fu cercata dappertutto: il suo corpo fu ritrovato 17 anni dopo i fatti, nel 2010, nel sottotetto della chiesa in cui era stata vista per l'ultima volta insieme a quello che si sarebbe rivelato essere il suo assassino, Danilo Restivo, nel frattempo arrestato in Inghilterra.