Tempo di resa dei conti nella Lega di Matteo Salvini, con il segretario che ha incontrato oggi, 10 giugno 2024, la stampa, all'indomani delle Elezioni europee 2024. Salvini ha chiarito la linea del partito e provando a mettere a tacere le voci di crisi interna che aleggiavano nelle ultime ore.
Particolarmente duri i toni nei confronti dell'ex uomo-simbolo del partito, quell'Umberto Bossi che aveva annunciato di votare per Forza Italia, definito da Salvini senza mezzi termini un traditore.
Non lascia e, anzi, raddoppia. Del resto, sono i risultati stessi della Lega a consentirglielo. Il Carroccio, con il 9% dei consensi, ha superato, seppur di poco, quanto fatto alle ultime Politiche del 2022, in cui aveva ottenuto l'8,8%.
Non un successo per cui 'strapparsi i capelli', dunque, ma nemmeno una sconfitta che possa scuotere dalle fondamenta gli equilibri interni del partito. Se a questo si aggiunge, poi, il risultato complessivo della destra conservatrice a livello europeo, con il trionfo di Marine Le Pen in Francia e l'affermazione di Afd in Germania, ecco che Salvini ha tutte o quasi le carte per giocarsi la sua partita (l'ultima?) al congresso previsto in autunno.
È lui stesso a confermare, infatti, la decisione di ripresentarsi come candidato alla segreteria aprendo la conferenza stampa che si è svolta oggi, 10 giugno 2024, a commento dei risultati delle Europee nella sede della Lega in via Bellerio a Milano.
La medesima tranquillità caratterizza il discorso di Salvini quando parla degli equilibri di governo, per i quali esclude 'scossoni' o rimpasti con l'eventuale ingresso di Luca Zaia come ministro, che Salvini esclude categoricamente.
Lega che cresce in percentuale rispetto alle politiche e supera i 2 milioni di voti, governo che si rafforza, il generale Vannacci con più di 500mila voti e sinistre sconfitte quasi ovunque in Europa.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 10, 2024
Grazie a chi non si è mai arreso, ripartiamo da Voi. https://t.co/V8XVrd53fk
Salvini perde la sua serenità quando parla di Umberto Bossi. E non potrebbe essere altrimenti, dopo che il Senatùr aveva annunciato che avrebbe votato Forza Italia e non il partito da lui fondato.
Dopo una battuta a denti stretti in cui parla di una cosa "non proprio normalissima", il vicepremier, scuro in volto, passa all'attacco:
Salvini dice di non voler male a nessuno e ricorda di aver dedicato proprio a Bossi il libro da lui scritto, "Controvento", e promette che "ascolterà i militanti" ma il gelo permane e la tensione non è mai stata così alta tra la Lega di ieri e quella di oggi.
Dalla sua, il segretario si fa forte dell'ottimo risultato ottenuto dal generale Roberto Vannacci, capace di raccogliere oltre mezzo milione di voti. Una scelta, quella di candidarlo, che Salvini si ascrive, anche contro qualche malumore interno al partito.
E a chi gli domanda se il generale prenderà la tessera del partito, Salvini replica di non averglielo chiesto e che non è la tessera a fare la differenza all'interno della Lega.